Una tragedia che ha scosso non solo la Sardegna ma tutta Italia. Il giovane selargino Manuel Mameli è deceduto a soli 25 anni di tanto un attacco russo nella zona di Pokrovsk. Mameli aveva scelto di arruolarsi con l’Ucraina nella Legione Internazionale. Alla conferma della sua scomparsa, il giovane è stato investito da decine e decine di commenti social che insultavano la sua persona e la sua scelta di vita. Fra i più gentili, il termine “mercenario”, come a far intendere che il 25enne stesse combattendo solo per denaro. La maggior parte delle offese facevano tutte riferimento al fatto che, insomma, “c’era da aspettarselo” e che “poteva starsene a casa”. Parole feroci e taglienti come lame soprattutto per i familiari del giovane, sconvolti dal dolore che chiedono solo rispetto e pace in questi momento di enorme dolore.
“Mentre certi commentano con cattiveria e ignoranza da dietro uno schermo, mio fratello ha avuto il coraggio di metterci la faccia, la pelle, la vita”, scrive la sorella. “Anche non per la sua patria. Lui ha scelto di difendere ciò in cui credeva, e ha avuto più dignità in un solo giorno di quanta molti ne abbiano in una vita intera. Non è un “mercenario”. È un uomo. È un figlio. È un fratello”.









