Inaugurata la nuova opera dell’artista “Redenzione” che, con la collaborazione di bambini e ragazzi, ha trasformato la vecchia parete dell’istituto.
Un colore predominante, il celeste, e la raffigurazione di Don Bosco “che brilla di luce propria mentre squarcia le plumbee nuvole temporalesche dell’oblio”. “Redenzione” è il titolo che Manu Invisibile ha dato all’opera e “che racchiude il significato della speranza” spiega suor Gabriella, promotrice dell’evento. “L’idea è nata per caso qualche mese fa: i ragazzi hanno proposto la realizzazione di un murale di Manu Invisble per decorare la parete rovinata del nostro Istituto. L’ho contattato e lui si è reso immediatamente disponibile”. I fondi a disposizione erano pochi “ma l’artista ha voluto nessun compenso: con emozione ci siamo organizzati, abbiamo chiesto il permesso al comune e il 18 ottobre sono iniziati i lavori”. Non solo, quindi, un semplice murale: per la realizzazione “Manu – prosegue suor Gabriella – ha coinvolto i giovani che, felicissimi, hanno preso in mano i colori e seguito attentamente i suggerimenti dell’artista. È nata così anche una grande amicizia tra tutti noi, una esperienza che ci ha enormemente arricchito”. Una lezione di vita, insomma, la speranza che, oltre la negatività che ci circonda, c’è la voglia di un futuro migliore, della gioia di vivere e di guardare al futuro con positività. “Il muro era molto rovinato, necessitava di essere riparato. Non avevamo tutti gli strumenti necessari ma Manu ha insegnato ai ragazzi che, in ogni occasione, bisogna usare l’ingegno: con una palla divisa in due, per esempio, ha ricreato le spugne che sono state utilizzate per tamponare la parete”.
“I muri sono limiti invalicabili fatti ad immagine e somiglianza dell’uomo, che hanno lo scopo di delimitare, separare, dividere” scrive Manu Invisibile nella sua pagina Facebook.
“È forse per questo motivo che la street art li dipinge, per dare l’illusione di una realtà diversa, forzatamente migliore e accettabile di quella in cui viviamo.
In un’epoca dove l’analfabetismo emotivo è una piaga sempre più presente, in un’epoca dove la paura è un’insidia, in un’epoca che, quando si parla di povertà, non si parla di denaro, è fondamentale dare il giusto sguardo alle cose, agli affetti, al valore, a ciò di più prezioso si possa cogliere.
Il concetto di “Redenzione” è forse – prosegue l’artista – il concetto che si avvicina di più a questo stato di libertà emotiva e morale, (ma anche a quella che è la vocazione di Don Bosco)”.










