Un elenco lunghissimo di locali e discoteche, nomi noti almeno alle ultime due generazioni di cagliaritani, quelli finiti sotto la gestione di Simone Murgioni, uno dei re degli organizzatori di serate da Cagliari alla costa di Villasimius, paese nel quale aveva scelto di vivere con la sua compagna, Maria Francesca Sedda, e con la loro figlia, Viola: l’attuale Sciabecco, ma anche il Garibaldi, il Peyote, Sa Launedda, Sa Illetta, il Jko, l’Fbi, il Charlie, lo Tsunami, S’Uliariu, il Lido con la sua mitica rotondina, l’Abbey Road di via Dolcetta e lo Spazio Newton a un respiro dal viale Marconi. E non ci sono nemmeno tutti, ma solo quelli principali, locali e disco che hanno accolto, sino ai primi anni Duemila, migliaia e migliaia di giovani e adulti desiderosi di ballare e divertirsi. Murgioni, 49 anni, è stato stroncato da un infarto. Da qualche anno si era buttato anche nella ristorazione, scommettendo sul Corso Vittorio pedonale. E vincendo, ancora una volta, la sua sfida da imprenditore: la vineria Inu e il ristorante Pisca in via Sassari sono meta di tantissimi sardi e, anche, di turisti.
Paolo Lai ha collaborato per decenni con Simone Murgioni e, attualmente, lo stava aiutando nel rilancio post Covid dello Sciabecco: “Ieri sera, dopo il lavoro, si è sentito male. È tornato a casa, poi qualche ora fa purtroppo è stato colpito da un infarto. Gli devo tutto, è con lui che ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dei locali e delle discoteche. Negli ultimi anni, poi, ci vedevamo spesso da Inu o da Pisca e parlavamo di quanto sia cambiata la nostra vita, ricordando con un pizzico di malinconia le tante risate durante le serate trascorse assieme. Simone per me è stato un mentore, un grande leader, un infaticabile lavoratore, un grandissimo padre, un amico”, dice Lai, con la voce rotta dal pianto. Massimo Mazzei, ristoratore della Marina e titolare di una palestra, ha lavorato fianco a fianco con Murgioni in tantissime serate: “Simo era una persona speciale, un amico fraterno sin da quando eravamo piccoli. Sempre gentile ed educato, mai una parola fuori posto. Siamo stati prima amici e poi abbiamo collaborato nel lavoro, ho quasi sempre seguito la sicurezza di ogni sua iniziativa”, afferma Mazzei. “E lui è sempre stato una persona corretta, mai un rimprovero ai ragazzi della sicurezza, sempre trattati come fossero suoi pari. Una persona sempre disponibile al dialogo. E, quando hanno cercato di fregarlo, ha combattuto elegantemente le sue battaglie, senza alzare la voce e con l’umiltà tipica di chi sa che è l’unica arma contro la prepotenza. Ogni volta che ci siamo incontrati ripeteva sempre la frase ‘nonostante tutto, a noi chi ci ammazza?’, riferendosi a quei ristoranti presi di mira da fantomatici comitati e di discoteche continuamente sanzionate e danneggiate. Ha combattuto, Simo, contro i mulini a vento. E quest’anno stava raccogliendo i suoi frutti. Non doveva morire così, mancherà a tutti”.










