Il figlio col quale vive e al quale cerca di dargli una normalità giornaliera quanto più possibile reale, seppur tra mille difficoltà. E gli aiuti concreti, a quanto pare, non sempre sono sufficienti. Francesca Casula ha 49 anni ed è una delle tante madri che, negli ultimi giorni, si sono rivolte alla nostra redazione per denunciare ciò che, a detta loro, non andrebbe nel mondo della sanità. E delle cure mentali, nel particolare: “Mio figlio è abbastanza autonomo, guida l’auto ed esce anche di casa da solo, va a fare la spesa ed è seguito da psicoterapeuti e altre figure mediche”, spiega la donna. “Gli hanno diagnosticato una schizofrenia, da continuare a verificare con successive vistie, e ha qualche difficoltà a relazionarsi”. Circa una settimana fa la donna si è trovata a vivere una situazione di tensione nel centro di salute mentale di viale Colombo a Quartu: “Avevano stilato una relazione medica su mio figlio che conteneva degli errori. Stavano ancora premendo sull’obbligo di farlo affiancare da un tutore, rimarcando che il mio aiuto non fosse sufficientemente utile e valido”. Concetti, messi nero su bianco, che hanno fatto letteralmente esplodere la Casula: “Sono arrivati i carabinieri per calmare gli animi. Il giorno dopo, sotto la minaccia di fare una denuncia, quegli errori sono stati cancellati”. Ma le difficoltà non sono certo terminate. “Dal Csm insistono per dargli un tutore, mi sono sempre rifiutata perchè basto io per seguirlo e aiutarlo, quando serve”.
“Da quattro anni sostengo tutte le spese mediche per curare mio figlio. Mi sono sempre rivolta a dei medici privati con grandi sacrifici economici. Le cure non possono fermarsi a un incontro ogni tanto, psicofarmaci e qualche sedazione”, sostiene Francesca Casula. “Sono indispensabili dei chiari percorsi psicoterapeutici per far avere a tutti, incluso mio figlio, un recupero della normalità”.












