Il malore improvviso, il trasporto in ambulanza al Policlinico di Monserrato e l’entrata al Pronto soccorso. Lì, sopra uno dei letti, un 65enne di Sestu, che lotta contro un tumore allo stomaco, sarebbe rimasto “per circa 11 ore, prima di essere ricoverato. In preda a dolori fortissimi, lui è sotto trattamento chemioterapico. È arrivato alle 11:30 del mattino, l’hanno lasciato fino alle 18:30, poi è stato visitato e solo alle 22:30 hanno deciso di ricoverarlo”. A raccontare questa versione dei fatti è la cognata del 65enne, Luciana Pusceddu, anche lei di Sestu e impiegata in un ufficio pubblico. “Per undici ore è rimasto in attesa di non si sa bene cosa. Una consulenza cardiologica o neurologica? I dolori lo stavano devastando, gli hanno somministrato un semplice antidolorifico.Una cosa a dir poco inumana”.
La 58enne racconta anche che “mio cognato urlava, invocando tutti gli Dei. Perché, visto che si trattava di un malato oncologico seguito nel reparto Oncologico al Businco, non è stato disposto il trasferimento all’ospedale che lo ha in cura, dove avrebbero potuto alleviare questa inutile e inumana sofferenza?”, chiede, con rabbia, la signora. “Perchè esiste questa scarsa attenzione sul controllo del dolore? Perchè viene lasciato un malato cosi delicato a devastarsi dal dolore? Ancora una volta viene fuori una sanità allo sfascio, incapace di dare una risposta a chi in quel momento ha fortemente bisogno di aiuto! Non voglio fare il processo ai medici e infermieri che lavorano in queste strutture, a loro chiedo solo di protestare e ribellarsi con chi organizza e gestisce i Pronto soccorso”.











