Un incontro istituzionale “intimo” nella sede del Parlamento sardo, parte integrante del percorso formativo e di integrazione che da circa un anno i migranti del C.A.R.A. di Elmas stanno seguendo, grazie al lavoro delle operatrici del Consorzio di cooperative sociali “Casa della Solidarietà”.
Venticinque degli oltre duecento migranti richiedenti asilo politico e attualmente ospitati nel centro, sono stati ricevuti questa mattina nell’aula consiliare del Palazzo di via Roma dal presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau.
La maggior parte di loro sono arrivati in Sardegna dopo il calvario attraversato nei loro paesi di origine e nel viaggio a bordo delle “imbarcazioni della morte”. Provengono da Algeria, Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio, Mali, Togo, Gambia e Senegal, oggi con la speranza che la loro istanza di richiedenti asilo politico possa essere accettata.
«Si trovano in un limbo da circa un anno – ha raccontato la direttrice del centro, Nunzia Pica – in attesa di sapere quale futuro potranno iniziare a vivere. Alcuni di loro hanno acquisito nelle terre di origine preziose professionalità: sono meccanici, falegnami, elettricisti e artigiani e sarebbe utile riuscire ad inserirli nei corsi di formazione regionali per acquisire nuove competenze e offrire loro una nuova opportunità lavorativa».
«Affrontiamo un momento difficile – ha sottolineato il presidente dell’Assemblea sarda – una contingenza sociale ed economica molto particolare per l’inserimento lavorativo, ma il nostro impegno quotidiano deve portare a garantire pari opportunità per tutti, sardi e non. Il futuro che piaccia o meno all’Europa che continua ad avere una rigidità davvero inaccettabile – ha proseguito Ganau – è rappresentato dalla contaminazione fra i popoli, l’integrazione e la solidarietà tra chi oggi ospita, come il popolo sardo con una storia di emigrazione dura e difficile alle spalle, e chi deve poter essere ospitato in qualsiasi paese europeo desideri». Il presidente del Consiglio ha assicurato il massimo impegno da parte dell’Assemblea sarda, sostenendo il percorso di accoglienza che la Sardegna ha dimostrato da subito di voler seguire, anche provando – pur nell’emergenza – a trovare soluzioni più adatte in grado di garantire sempre la dignità della persona.
«A noi la Sardegna piace – ha dichiarato Amadou, Gambia – perché i sardi sono gentili. Vorremo poter vivere e lavorare in Sardegna insieme a voi». A nome dei ragazzi del centro Amadou ha regalato al presidente una tela bianca personalizzata con i messaggi, i pensieri e gli autografi di tutti gli ospiti del C.A.R.A. di Elmas, insieme alla foto che ritrae la mano di uno di loro stretta a quella di una delle operatrici.
«L’augurio che rivolgo a tutti voi – ha concluso il presidente Ganau – è che possiate raggiungere in piena libertà qualsiasi paese europeo vogliate e ritornare un giorno nel vostro paese, finalmente libero dai conflitti».