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Migranti in “fuga” da Monastir, il sindaco di San Sperate: “Il direttore di Carrefour mi ha telefonato e chiesto aiuto”

di Paolo Rapeanu
15 Agosto 2020
in hinterland, il-diavolo-sulla-sella

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Migranti in “fuga” da Monastir, il sindaco di San Sperate: “Il direttore di Carrefour mi ha telefonato e chiesto aiuto”

Lo definisce un “argomento spinoso, oggetto preferito di scontro delle varie tifoserie politiche e sempre più catalizzatore d’odio, insofferenza e preoccupazione da parte dei nostri concittadini”. Enrico Collu, sindaco di San Sperate, inizia così un lungo post su Facebook dedicato al problema delle “fughe” dei migranti dal centro d’accoglienza di Monastir. La sindaca Luisa Murru, qualche ora fa, ha inviato una durissima lettera a prefettura, presidente Solinas e ministro Lamorgese, per chiedere interventi rapidi dopo gli ultimi episodi “di furti e minorenni importunate”. Sui furti, la sindaca fa molto probabilmente riferimento alla merce rubata, più di una volta, nel vicino centro commerciale Carrefour di San Sperate. Il sindaco Collu conferma di aver ricevuto, ieri sera, una telefonata “dal direttore. Era preoccupato, disorientato e chiedeva aiuto. Sembra, ma saranno le autorità ad accertarlo, che alcuni ospiti del centro abbiano raggiunto l’attività e abbiano tentato di rubare della merce.
Mi ha informato che alcuni sono stati fermati, altri sono scappati. Pare non sia la prima volta ma ieri erano in tanti. Che frustazione, con tre vigili, come saremmo potuti essere di aiuto? Non riusciamo quasi a far rispettare i divieti di sosta in paese, figuriamoci una situazione del genere. Va beh!”. Anche Collu chiede interventi e soluzioni, ma senza scadere nell’odio. Ecco, di seguito, il suo post su Fb.

“Argomento spinoso, oggetto preferito di scontro delle varie tifoserie politiche e sempre più catalizzatore d’odio, insofferenza e preoccupazione da parte dei nostri concittadini. Lo affronto con molta difficoltà ma, considerato quanto sta accadendo lo ritengo necessario. San Sperate è un paese che vuol fare dell’accoglienza e dell’integrazione tra popoli il suo vessillo, una comunità che ha scelto l’arte come pretesto per stare insieme: gialli, rossi, bianchi e neri, tutti uguali sotto lo stesso cielo. Se questo percorso si è avviato è stato perché la nostra Comunita ha potuto vivere, seppur con tanti problemi e difficoltà, in un clima di serenità. Abbiamo sempre cercato di dare la giusta attenzione nei confronti di chi scappa dalle guerre e dalle persecuzioni, da parte degli innocenti che vengono sbattuti da una parte all’altra della terra fino a essere, loro malgrado, imbarcati e portati dove non volevano andare. Ne abbiamo testimonianze, non possiamo negarlo. Ma, e capirete dopo perché lo chiedo, si sta dando anche la giusta attenzione nei confronti di chi, invece, cerca semplicemente di approfittare della situazione in vari modi? di chi semplicemente cerca scorciatoie per eludere dalla legalità?
Non possiamo fare gli gnorri nemmeno qui. Non mi sembrano cose difficili da capire, ma evidentemente sono io un po tonto. E comunque: non spetterebbe nemmeno a me dirlo. Chi dovrebbe avere queste attenzioni? Immagino i nostri Governanti che, con serietà e la giusta competenza, dovrebbero lasciare da parte le prese di posizione destinate, più che a risolvere uno dei problemi attuali più importanti, a rubare il consenso a un popolo sempre più esasperato e in difficoltà oppure a quello benpensante dalla pancia piena. Ma non a chiacchiere. Non con posizioni di parte in contrapposizione agli avversari politici di turno. Non scaricando, come in questo e altri casi, il problema ai territori (e che si salvino). Sbaglio? E qui arriva il punto: il centro di accoglienza di Monastir. I rischi che potevano scaturire dalla creazione di un “centro di accoglienza” come è stato concepito quello di Monastir erano stati da subito evidenziati, dall’amministrazione Comunale di Monastir e dalla Sindaca Luisa Murru in paricolare (il centro ricade nel territorio di Monastir ma è praticamente confinante con San Sperate e stasera ho sentito la collega, su questi fatti, telefonicamente). Chi ha sollevato perplessità è stato subito tacciato di razzismo o messo in difficoltà dalle strumentalizzazioni di alcuni gruppi politici organizzati (e intendo anche di estrema destra). Insomma cazziato da destra a sinistra. Oggi quei dubbi si stanno dimostrando reali, la situazione sta diventando sempre più insostenibile non solo per i nostri compaesani, ma anche per tanti ragazzi e uomini ammassati in quel centro. Il direttore di uno dei nostri centri commerciali mi ha telefonato ieri sera, era preoccupato, disorientato e chiedeva aiuto.
Sembra, ma saranno le autorità ad accertarlo, che alcuni ospiti del centro abbiano raggiunto l’attività e abbiano tentato di rubare della merce.
Mi ha informato che alcuni sono stati fermati, altri sono scappati. Pare non sia la prima volta ma ieri erano in tanti. Che frustrazione, con tre vigili, come saremmo potuti essere di aiuto? Non riusciamo quasi a far rispettare i divieti di sosta in paese, figuriamoci una situazione del genere. Va beh! La Sindaca di Monastir invece tramite il suo profilo FB comunica che, sempre alcuni ospiti scappati dal centro, hanno molestato delle minorenni nel suo paese. C’è da prestare un po di attenzione a queste situazioni perché avverto che la tensione e la preoccupazione stanno iniziando a insinuarsi nei territori. Se aggiungiamo tutte le incognite che il Covid-19 porta, la situazione potrebbe diventare ancor più problematica. Queste fughe vengono segnalate quasi quotidianamente, come puntualmente arrivano notizie che altre persone sbarcate in Sardegna vengono destinate al centro di Monastir. Quindi non è ancora tardi ma, dove vogliamo arrivare? Ammassare la gente in un centro è una soluzione? è dimostrazione di accoglienza e di integrazione? Sappiamo tutti che se continua così, prima o poi, qualcosa di veramente brutto potrebbe potenzialmente accadere (e lo scontro politico strumentale in atto attualmente non aiuta di certo a stare sereni). E allora, ditemi, cosa succederà in quel caso? Comunità finora oggi esemplari nell’accoglienza saranno improvvisamente additate come intolleranti? Non ce lo meritiamo, come non meritiamo ci venga sottratta la serenità, come non meritano di rimanere ammassate persone attirate in italia da false promesse, magari in compagnia di chissà chi. Se accadrà, e mi auguro per il bene di tutti che non accada, la colpa sarà di chi da una parte istiga all’odio e dall’altra di chi confonde l’accoglienza di chi realmente scappa da guerre o dalle persecuzioni, con un ragionevole e giusto controllo dell’immigrazione clandestina e del rispetto della legalità. Severi ma giusti, senza discriminazioni, odio o eccessivo buonismo radical chic. Serve un approccio più ragionato e obiettivo che parta in primo luogo dalla politica, San Sperate da parte sua già più di cinquant’anni oramai ha sempre dimostrato, anche grazie alle nostre associazioni, di voler fare la sua parte a favore dell’integrazione e continuerà a farlo nonostante tutto”.

“Svegliamoci. O sarà veramente troppo tardi, per tutti, senza distinzione e a quel punto sarà veramente difficile ricostruire. Odiare non serve. Servono attenzione e ragionevolezza da parte nostra (basta anche semplicemente evitare commenti inutili e stupidi); servono interventi urgenti ed efficaci da parte delle autorità preposte. Se ci mettono in grado di potercene occupare, come Enti Locali, siamo pronti a collaborare, non ci tireremo indietro, ma non con le dotazioni ridicole e inadeguate di cui attualmente disponiamo (non per colpa nostra), non senza la certezza di agire in un contesto di legalità garantita. Potete criticare, commentare e suggerire, l’argomento è complicato e delicato quindi potete aiutarmi a capire se alcuni miei ragionamenti sono errati o vanno rivisti”.

Tags: migrantimonastirsan sperate
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