Cagliari, denuncia di un altro caso di sanità a ostacoli avvenuto in uno degli ospedali più rinomati della città: “Inaccettabile tutta questa trafila prima di ricevere una diagnosi”.
Un nuovo caso di sanità a ostacoli insorge nella città di Cagliari. A segnalarlo è D.C., marito di una paziente che ha vissuto una travagliata odissea sanitaria prima di ottenere una diagnosi corretta. “Tutto è iniziato a novembre, racconta D.C., quando mia moglie ha iniziato a soffrire di forti dolori addominali. Nonostante i numerosi controlli di prassi, i medici non sono riusciti a identificare il problema”. La situazione è degenerata la scorsa settimana, quando la donna, dopo aver rimesso, è svenuta in casa. “Ci siamo recati d’urgenza al pronto soccorso di uno degli ospedali più rinomati di Cagliari. Lì è stata subito accettata e messa sotto osservazione”.
Dopo le prime 24 ore e una serie di esami, è arrivato il foglio di dimissioni. “Non hanno rilevato alcun problema, prosegue D.C., attribuendo il malessere a un fattore psicologico”. Tuttavia, una volta rientrata a casa, la donna ha continuato a stare male. “Abbiamo deciso di far intervenire un medico privato per una visita domiciliare che insospettito dai sintomi, ha ipotizzato la presenza di un’ulcera”. Il sospetto si è rivelato fondato: il medico di famiglia ha prescritto una gastroscopia e presso una clinica diversa, è arrivata la conferma. “Hanno diagnosticato un’ulcera causata da un virus”. “Mi indigna profondamente che le analisi condotte in un ospedale così rinomato non abbiano rilevato un problema tanto grave. È inaccettabile che si sia dovuta fare tutta questa trafila prima di ricevere la giusta diagnosi”. L’episodio solleva ancora una volta l’ennesimo interrogativo sulla qualità dell’assistenza sanitaria e sulla tempestività delle diagnosi in strutture pubbliche che dovrebbero rappresentare un’eccellenza per il territorio.