
di Tiziana Mori
Apprendo la notizia dell’imminente abbandono dello scalo del capoluogo di regione da parte di Meridiana, compagnia aerea anche ‘sarda’ che per ben 30 anni ha servito la rotta cagliaritana (aeroporto di Elmas). Mi chiedo in tutto questo perché la Regione Sardegna, Presidenza, Giunta e consiglieri, non batta ciglio. Le rotte cancellate (Bologna, Torino e Verona) non solo consentivano alla Sardegna un flusso costante di turisti in tutti i periodi dell’anno, ma vedevano anche dare opportunità agli stessi sardi; come?
Ad esempio, partiamo dagli studenti. Diversi giovani (con dietro famiglie che fanno tanti sacrifici) si recavano settimanalmente in dette città per frequentare corsi in prestigiosi Atenei italiani, ove dopo la laurea è consentito loro di trovare lavoro. Oppure, vogliamo continuare a prenderci in giro sostenendo che la Laurea conseguita nei due atenei sardi, che nei ranking internazionali sono a livelli spaventosamente bassi, dia le stesse opportunità di una conseguita a Torino, o a Bologna, per esempio?
Altra categoria di sardi che verrà discriminata da tale decisione di Meridiana: i malati. Quante persone non possono essere curate in Sardegna e devono spostarsi fuori per avere chances di guarigione? O anche in questo caso vogliamo continuare a sostenere per mero campanilismo, che in Sardegna vi siano eccellenze mediche con macchinari all’avanguardia in tutti i settori? No, non è così. E per tanti, Torino, Varese e Bologna rappresentano città dove iniziare validi protocolli di cura, e sperare di guarire oppure, di arginare patologie molto gravi. Senza considerare che le ASL spesso, per fermare queste ‘migrazioni’ non accettano le domande di rimborso spese, perché se quel reparto c’è anche in Sardegna, devi curarti per forza qui, anche se su quella patologia vi sono dati statistici che altrove, abbiano più esperienza, e poi chances di guarigione. Per cui, o hai i soldi per andare fuori, o resti qui. Infine, i lavoratori: quanti devono recarsi fuori, con immensi sacrifici, per mantenere le famiglie? E anche in questo caso, non ditemi che mi sbaglio quando affermo che in Sardegna abbiamo una marea di disoccupati, ma che se non fosse per le pensioni degli anziani (quando sono dignitose) le famiglie non saprebbero come campare. Cari politici, Insomma, volete mettervi una mano sulla coscienza, e fare in modo che tali tratte siano ripristinate? Non preoccupatevi, non vi chiediamo di pagarci i biglietti, anche se potremmo farlo visto che purtroppo paghiamo con soldi pubblici, quindi anche ‘nostri’, i ‘vostri’ immeritati stipendi.