Meglio pensare al futuro e veleggiare senza scossoni che mettersi a rivoluzionare tutto, a 15 mesi dalla fine della legislatura e con una situazione politicamente instabile e resa fragile dalle mille tensioni fra gli alleati al governo della Sardegna. Sarebbe questo il ragionamento alla base delle prossime mosse del governatore Solinas che, dopo aver annunciato l’azzeramento totale della giunta, poi la convocazione degli stati generali del centrodestra e infine la verifica dell’agenda politica per la volata finale, sembra intenzionato a saltare tutti i passaggi per chiudere la partita rimpasto semplicemente riempiendo le due caselle rimaste vacanti, quella dei Trasporti dopo le dimissioni del leghista Todde e quella dell’Ambiente dopo l’elezione in parlamento di Gianni Lampis di Fratelli d’Italia.
Chiusa anche la partita dei sottosegretari, con la Sardegna rimasta a bocca asciutta, in teoria non ci dovrebbero essere più ostacoli al rinnovamento annunciato da almeno un anno e mezzo e mai portato a termine. Rinnovamento che però, stando alle indiscrezioni che circolano, non avverrà mai. Troppo pericoloso, politicamente parlando, rischiare di alterare i già fragili equilibri fra gli alleati al governo della Sardegna, con i rapporti ormai molto tesi fra Salvini e Solinas e le tensioni con Forza e Fratelli d’Italia che rivendicano più caselle nell’esecutivo.
E’ dunque probabile che il rimpasto si limiterà al completamento della squadra per provare ad arrivare alla scadenza naturale della legislatura, a febbraio 2024. Mentre già si pensa al futuro, con il centrodestra non più intenzionato a ricandidare Solinas anche per il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio che potrebbe, in caso di condanna, metterlo fuori dai giochi lasciando nei guai la coalizione, il centrosinistra che prova a ricostruirsi e i grillini che cercano spazio.









