Molto emozionata ma col piglio sicuro di chi sa quello che deve fare e come farlo, la neopremier Giorgia Meloni alle 11 in punto ha iniziato il suo discorso alla Camera dove alle 19 è fissato il voto di fiducia. Domani toccherà al Senato. Interrotta più volte dagli applausi, tutti in piedi quando ha mandato un caro saluto a papa Francesco, a un certo punto ha detto a Salvini che le è accanto, con la mano sulla bocca ma a microfono aperto e in romanesco, “così finiamo alle 3”.
Ringraziamenti a Mattarella e Draghi, questione meridionale con lo slogan di sempre “il sud non più problema ma risorsa”, la necessità di stare in Europa a testa alta e con orgoglio, la riforma semipresidenziale alla francese “ma siamo aperti a tutte le possibilità” per rafforzare il ruolo del mandato popolare, e poi le energie rinnovabili, lo spettro della recessione, la crescita dell’Italia bloccata dalla crisi, la necessità di ridurre la pressione fiscale e la burocrazia per consentire alle aziende di creare ricchezza e lavoro, flat tax per la partite iva fino a 100mila euro e lotta all’evasione fiscale. Nessuna apertura a Putin, perché “cedere ai suoi ricatti significa consentirgli di chiedere sempre di più”, ritorno a una politica industriale con un marchio Italia che favorisca una piena sovranità alimentare “per garantire che non dipenderemo da nazioni distanti da noi per dare da mangiare ai nostri figli”. Bocciato senza appello il reddito di cittadinanza.
Scegliendo la metafora di una barca nella tempesta, Giorgia Meloni dice di essere pronta ad assumere il peso di portarla in salvo. E poi, inevitabile, il riferimento al fatto di essere la prima donna premier della storia italiana. “Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi” c’è quello di essere “la prima donna capo del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto” sento “la responsabilità che ho nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento”, ha detto ancora la premier. Meloni ha ricordato anche quelle donne che “hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo”, citando Fallaci e Anselmi.
“E’ una grande responsabilità” per il governo e “per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E’ un momento fondamentali della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà”, ha concluso la premier.












