Medici sardi contro la Regione: “Terapia domiciliare per il Covid? Sconcertante”

Nel mirino la lettera trasmessa a camici bianchi coi Protocolli di Terapia domiciliare Covid affinché i medici provvedessero ad attivarli. “I malati si curano con le terapie riconosciute valide dalla comunità scientifica”


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Medici sardi contro la Regione: “Terapia domiciliare per il Covid? E’ sconcertante”. Nel mirino la lettera trasmessa a camici bianchi coi Protocolli di Terapia domiciliare Covid affinché i medici provvedessero ad attivarli. “I malati si curano con le terapie riconosciute valide dalla comunità scientifica”.

“Nei giorni scorsi”, scrivono in un comunicato il Presidente OMCeO di Cagliari Giuseppe Chessa, di Oristano Antonio Luigi Sulis, il Segretario e il Tesoriere OMCeO Cagliari, Anna Rita Ecca e Carlo Piredda,  “sono pervenute agli Ordini dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri delle Province di Cagliari e Oristano numerose segnalazioni da parte di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta, per aver ricevuto sulla mail aziendale Ats una comunicazione a firma del Responsabile Cor.Sa (Centrale operativa per il coordinamento delle attività sanitarie e sociosanitarie territoriali) Dottor Antonio Maria Soru, che, su indicazione della Direzione Generale dell’Assessorato della Sanità, trasmetteva i Protocolli di Terapia domiciliare Covid affinché i medici provvedessero ad attivarli.

I medici evidenziavano che tali protocolli non solo non corrispondevano alla Linee guida sulle cure domiciliari pubblicate ad aprile 2021 sulla pagina istituzionale del Ministero, ma consistevano in un verbale anonimo di un incontro in videoconferenza tenutosi in data imprecisata tra il Comitato Cura Domiciliare Covid 19 e la Regione Sardegna, e in una “Relazione Comitato Cura Domiciliare Covid-Completa” a firma del Presidente del succitato Comitato Avv. Erich Grimaldi, contenente le “indicazioni terapeutiche” elaborate da questo eterogeneo gruppo privato. La non aderenza alle linee guida ministeriali, l’utilizzo off-label di alcuni farmaci, l’inefficacia di altri come la letteratura scientifica sta certificando, nonché il carattere irrituale dell’invio e dei contenuti della comunicazione – salvo poi in seconda battuta specificare che il tutto aveva un carattere divulgativo e di certo non impositivo – hanno creato sconcerto non solo tra i destinatari, ma anche nell’intera comunità medica che gli Ordini rappresentano.

Sarebbe opportuno, pertanto, che iniziative di questo genere scaturissero da un serio confronto con i medici che, da quando è esplosa la pandemia a tutt’oggi, operano nel territorio e negli ospedali per fornire terapie e cure agli affetti da COVID-19, e con gli Ordini sempre disponibili a fornire un fattivo contributo e garanti nei confronti dei cittadini. Preme ricordare che i malati si curano con le terapie riconosciute valide dalla comunità scientifica e che, in questo momento, l’unica arma efficace per prevenire ulteriori contagi è la vaccinazione di massa supportata dalle misure di prevenzione individuale e comportamentali”.