Marco Medda, Confesercenti, a Radio Casteddu interviene sulla grave crisi che stanno attraversando le aziende dopo un anno di pandemia: “I cinesi compreranno i locali sfitti e faranno concorrenza a chi rimane aperto, costringendoli a fare scelte più difficili. Qui si tratta di tenere in piedi un sistema e serve una programmazione che abbia una lunga prospettiva”.
“È chiaro che questa classificazione in zona arancione è stata vissuta come una ingiustizia da tutta la popolazione sarda. Per le aziende non è solo un’ingiustizia ma anche un carico di costi importante. Molte di queste aziende avevano già fatto gli acquisti per poi soddisfare le esigenze dei clienti e hanno dovuto buttare via tutto quanto. Ora le aziende hanno bisogno di un minimo di programmazione ma non soltanto da una settimana all’altra ma soprattutto per il futuro. Diventa preoccupante il fatto che c’è il rischio che noi saltiamo un’altra estate, quindi bisogna decidere se stare aperti a insistere, a continuare a indebitarsi o gettare la spugna. I sussidi non hanno nessun senso e un’azienda per stare in piedi ha bisogno di 2 mila euro al mese e il sussidio certo non li copre.
Un’azienda ha bisogno di tenere il motore messo in moto almeno al minimo, bisogna trovare strategie diverse si tratta di tenere aperte le aziende con strategie credibili che pensino sia alla salute che alle attività. Ci sono le condizioni per cui lo si può fare almeno un minimo”.
Risentite qui l’intervista a Marco Medda del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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