L’Isgas schiera i suoi “uomini” – progettista e geologo – per rassicurare sul futuro rigassificatore “mini, non maxi” al Villaggio Pescatori, ma i residenti non abbandonano lo “stato di emergenza”. Meglio, lo “stato di preoccupazione”.
“Chi vuole costruire l’impianto sostiene che un serio incidente può capitare una volta ogni 1,7 milioni di anni, ma quel giorno può essere anche domani. Le navi impiegate per lo scarico, inoltre, sono destinate ad attraccare in un punto delicato, oltre a quelle che riforniscono di metano”. Così Marco Mameli, numero uno dell’Assotziu Consumadoris Sardegna Onlus, realtà che sposa in pieno la protesta.
“È come avere una centrale nucleare sotto casa, deve far riflettere l’aspetto della sicurezza. Chi vuole costruire l’impianto nel Villaggio Pescatori lo fa perché ha scoperto che, in altre due zone vicine del Porto Canale, c’è un serio rischio per le infrastrutture. Quindi, c’è anche per gli abitanti”.












