Matteo è un ragazzo affetto da sindrome di down che da dieci anni a questa parte vola tranquillamente in aereo da solo per raggiungere da Milano suo papà a Cagliari. Fino a pochi mesi fa, tutto bene, se non fosse che quest’anno è diventato maggiorenne e non ha più diritto per la compagnia aerea Alitalia, all’assistenza minori. Ma per quanto Matteo sia autosufficiente e indipendente ha comunque necessità di un punto di riferimento durante le operazioni di imbarco e sbarco. Quindi di un operatore che come accaduto in tutti questi anni lo segua. Ma non potrà averlo. Suo padre Claudio S., non ha più parole da quando lo ha scoperto due giorni fa prenotando il volo da Milano Linate a Cagliari.
“Non posso credere che una persona affetta da sindrome di down, una volta compiuta la maggiore età non possa ricevere assistenza. Non è possibile. Per anni Matteo ha viaggiato con Alitalia, e ora non ha più diritto a un’assistenza che oltretutto pago”, denuncia incredulo.
Claudio vive a Cagliari, è separato dalla moglie, l’unica occasione per vedere suo figlio Matteo e il fratellino di 13 anni durante le vacanze estive e invernali. “Ho fatto i biglietti tramite il call center Alitalia due giorni fa, mi avevano detto di stare tranquillo che non ci sarebbe stato alcun problema, Matteo avrebbe avuto l’assistenza minori come suo fratello e avrebbero viaggiato insieme e seduti accanto. Ieri – spiega- mi richiamano e dicono che per Matteo invece non è possibile, solo il piccolo può ricevere assistenza minori e devono viaggiare separatamente. Inizialmente – denuncia- mi avevano detto che avrei potuto richiedere l’assistenza speciale, Matteo sarebbe stato accompagnato con la sedia rotelle. Ma mio figlio non ha problemi di deambulazione, ha bisogno solamente di una persona che sia di riferimento e viaggi insieme e seduto accanto al fratellino. Tutto questo è vergognoso, ho dovuto cancellare i biglietti perchè non mi garantiscono questo tipo di assistenza, a pagamento. Non so cosa fare, questa è discriminazione. Sarò costretto ad andare a prenderli a Miano e riportarli, con il doppio delle spese e dei disagi per il mio lavoro, quando pagando per un servizio stanno negando di fatto il diritto di viaggiare a mio figlio Matteo.”
( il ragazzo nella foto per motivi di privacy non è Matteo, si tratta di un’immagine simbolica dal web )












