La Cassazione ha confermato l’ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti, condannato in primo e secondo grado per l’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane ginnasta di 13 anni il cui corpo venne trovato il 26 febbraio 2011 in un campo a Chignolo d’Isola, nella Bergamasca, a pochi chilometri da Brembate di Sopra, dove la ragazza viveva e da dove era scomparsa tre mesi prima.
Il nostro giornale partner Quotidiano.net scrive nei dettagli: “La prova del Dna è stata ancora una volta decisiva per la sorte del muratore di Mapello. In aula i legali di Bossetti, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, hanno chiesto nuovamente una super periziasulla traccia biologica trovata sugli slip della 13enne e attribuita a ‘Ignoto 1’. Traccia che, dopo quattro anni di ricerche, è risultata essere di Bossetti. “Lui è fiducioso nella giustizia, ma al tempo stesso molto timoroso. Chiede: ‘mi facciano la perizia e scopriranno che non c’entro'”, ha detto in aula l’avvocato Salvagni. Impossibile per il pg Mariella De Masellis eseguire nuovamente l’esame sul campione 31G20, che conteneva tracce biologiche sia di Ignoto 1 che della vittima perché si trattava di un “accertamento irripetibile” eseguito quando trovare il responsabile della morte della 13enne pareva quasi impossibile. Senza contare che il profilo genetico con il quale si è arrivati a Bossetti, per la pubblica accusa, “era corretto e assolutamente interpretabile”.











