Manuela Murgia, 30 anni di misteri e un’unica certezza per il cronista Claudio Cugusi: “Non si è suicidata”. Claudio Cugusi: “Ho sempre sperato che si arrivasse alla verità”. 55 anni, giornalista professionista, tra i tanti casi di cronaca nera che ha raccontato, nel corso della sua carriera, c’è anche quello della giovane ragazza di Cagliari, rinvenuta senza vita nel terreno battuto del canyon di Tuvixeddu. Aveva 16 anni quando era uscita da casa in tarda mattinata e solo il giorno dopo il suo corpo fu ritrovato senza vita. “Durante i primi giorni si parlava di omicidio” racconta Cugusi, come fece all’epoca dei fatti attraverso le pagine del quotidiano “L’Unione Sarda”. “Successivamente, l’ipotesi fu quella del suicidio e del caso si parlò di meno”, sino a diventare un fascicolo chiuso per la magistratura ma non per la sua famiglia:
“Li ho conosciuti, brave persone, e anche Manuela era una brava ragazza”. Un caso che ha colpito tanto il giornalista che ha descritto la cronaca locale, quella che segna l’opinione pubblica e anche chi ha il compito di raccogliere le testimonianze tra le lacrime e il dolore, e riportarle ma sempre con sensibilità, empatia, rispetto, quasi in punta di piedi innanzi a una tragedia che, nel caso di giovani, bambini, soprattutto, colpisce e ferisce ancora di più. Ed è così che Cugusi ha vissuto la vicenda inerente a Manuela Murgia, mai dimenticata, e che ora è rimbalzata nuovamente alla cronaca, anche nazionale.
“Ora è evidente che sia stata uccisa e siamo a un punto di svolta”: si, dopo 30 anni, dopo la forza mai soffocata di una famiglia che non ha creduto a un gesto volontario. E poi quelle anomalie riscontrate da subito: ferite non compatibili con una caduta di decine di metri.
Una testimonianza dell’epoca raccontò di aver visto un cane cadere e finire a terra, nel canyon, dove è stata ritrovata la ragazza. La donna disse che dell’animale rimase ben poco. Il corpo di Manuela, invece, era integro, il maglioncino addirittura dentro i pantaloni. E i sospetti di tanti ora trovano riscontro, finalmente, nella relazione del medico legale Roberto Demontis che ha dettagliatamente ricostruito i drammatici ultimi istanti di vita di Manuela. La violenza sessuale e poi una vettura l’avrebbe investita, ma non la caduta dall’alto costone.
E il movente? Nessuno che possa giustificare tanta crudeltà. Forse aveva visto qualcosa che non doveva, erano anni particolari quelli, non belli: dominava lo spaccio, la droga, l’eroina e la violenza si consumava tra una siringa e l’altra.
“È evidente che sia stata uccisa”, ieri come oggi, anche per il cronista inflessibile che mai ha dimenticato la sedicenne rinvenuta distesa, priva di vita, in quella lunga gola buia e fredda che ancora oggi parla di lei.
(Nella foto di archivio, il cronista Claudio Cugusi all’epoca dei fatti)











