Centinaia di commenti contro la “Valeriona nazionale” quando si è diffusa la notizia della sua partecipazione a Mandas. Il motivo, o meglio, il pretesto? La “leggenda metropolitana” che narra una sua presunta affermazione riguardo le sue origini non sarde. Invece no: nata a Roma, è orgogliosa della sua regione di appartenenza che mai ha rinnegato. Anzi. Ma i soliti leoni da tastiera hanno scagliato ogni malvagità contro la donna, tanto da richiamare l’attenzione da parte dei presentatori della manifestazione la settimana scorsa a Guasila: “Ho letto delle cose non belle sui social soprattutto da parte delle donne, non va bene perché il rispetto nei confronti delle donne lo si deve anche manifestare. Non piacciono gli attacchi social perché sono, a volte, pericolosi. Si inizia da lì”.
Un richiamo, insomma, un invito a portare sempre rispetto nei confronti del prossimo anche se non si apprezza dal punto di vista personale o professionale: educazione, civiltà dovrebbero essere le radici di tutti. Purtroppo non sempre è così e le esternazioni con insulti, diffamazioni, considerazioni anche volgari o troppo esagerate, soprattutto lanciate attraverso la tastiera del pc o dello smartphone, possono costituire, oltre che reato penale, bullismo e violenza psicologica, tutto ciò che oggi si cerca in tutti i modi di combattere.









