Beatrice, per tutti Bea, nasce 24 anni fa. Dopo pochi mesi, il primo ricovero e la diagnosi: fibrosi cistica. Una malattia che l’accompagnerà per tutta la vita ma della quale non parlerà quasi con nessuno, per molti anni: “Non vorrei che gli altri mi guardassero in maniera diversa, come una persona di cui avere pietà”.
La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa. Una patologia multiorgano, cronica e degenerativa che colpisce principalmente l’apparato respiratorio e quello digerente. Bea trascorre lunghi periodi in ospedale: “Sono fortunata se riesco a uscire e godermi delle piccole giornate, dei piccoli spazi di tempo anche solo per fare una passeggiata o andare al mare una volta ogni tanto”.
Nel reparto di Pediatria dell’Ospedale Brotzu, tutto il personale sanitario e non solo, l’ha seguita sin dal primo giorno come una famiglia.
Bea sorride sempre, è accogliente. Quando la incontri, per prima cosa, spalanca le braccia per abbracciare e essere abbracciata. Ogni occasione è buona per amare, tutti. In cima ai suoi pensieri ci sono il fratello e la famiglia.
Nell’ultimo anno ha arricchito le vite di tante persone che si sono avvicendate nell’assisterla nelle lunghe giornate in ospedale: volontari e amici che la ricordano così:
“Sei stata luce per chi ha avuto la fortuna di averti nella sua vita, sei stata salvezza. Tu che mettevi i problemi altrui ancora prima di te stessa, hai insegnato a tutti che non bisogna mai fermarsi di fronte alle difficoltà”.
“Immensa Beatrice, che il tuo esempio di forza, grinta e tenacia sia per noi un monito eterno, che la tua dolce risata ci rimbombi nelle orecchie in tutte quelle giornate in cui, per cose di poco conto, ci lasciamo sopraffare. Tu che di farti sopraffare non ne hai mai voluto sapere e con dignità hai affrontato la malattia, a testa alta, con fede e il sorriso stampato in volto. So che sarai sempre con noi, ma ti prego, insegnaci a essere migliori”.
La presidente della LIFC Sardegna ODV (Lega Italiana Fibrosi Cistica) Deborah Bombagi: “Ho conosciuto Bea nel 2017 e nacque subito un’amicizia quando scoprimmo di avere in comune, oltre alla fibrosi cistica, la passione per la musica e la danza. Fui subito conquistata dalla sua umanità e dal suo entusiasmo per la Vita, due doti che le hanno permesso di accettare rispettosamente le limitazioni progressive della malattia”.
Alcuni pazienti affetti da fibrosi cistica scrivono:
“Non ti ho mai conosciuta di persona, ma ho sentito tanto parlare di te. La tua vita è stata breve, ma si dice che non conta quanto sia rimasta al mondo, ma ciò che hai lasciato nelle persone che ti hanno conosciuto. Tu hai lasciato un bellissimo ricordo a tutti, cara Beatrice”;
“Non potevamo frequentarci perché il nostro comune destino non ci permetteva ciò, però sei stata sempre presente nel mio cuore e nei miei pensieri. Con la mia preghiera ti ho affidata a Dio che ti ha voluto fra i suoi angeli. Vola alto e proteggi chi, come te, sta percorrendo il tuo stesso cammino”.
Un’amicizia speciale lega Beatrice all’Arcivescovo di Cagliari: “Mi ha regalato il suo Rosario, proprio a me! Viene sempre a trovarmi”.
S.E. Mons. Giuseppe Baturi, che celebrerà il trigesimo, dice di lei: “Beatrice è un fiore di grazia per tutti. Ha tanto amato la vita e non ha avuto paura di consegnarla. Adesso vede la Verità e partecipa dell’Amore senza fine”.
Il funerale sarà celebrato oggi alle 15.45, nella parrocchia Madonna della Strada di Cagliari. Tutti si ritroveranno uniti intorno a lei per ringraziarla per ciò che è stata e per ciò che continuerà a essere.
M.B. e S.I.








