Luigi, medico di Cagliari: “Vado volontario al confine dell’Ucraina per salvare i bambini dalla guerra”

Pochi bagagli, tanto coraggio. Luigi Cadeddu, medico del 118, sta per raggiungere un campo profughi al confine tra Polonia e Ucraina: “Arriverò il 5 marzo, se ci sarà da curare i feriti lo farò e, soprattutto, offrirò un supporto psicologico ai bambini che stanno vivendo l’orrore della guerra”. Il progetto, coordinato dal console Grande e dal parlamentare Ugo Cappellacci, è quello “di portare in Sardegna decine di piccoli ucraini”


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Gliel’hanno chiesto e non ci ha pensato un attimo: “Partire ai confini con l’Ucraina per portare in Sardegna decine di bimbi? Eccomi”. Luigi Cadeddu, 65 anni, di Cagliari, medico del 118 (negli ultimi mesi è stato il coordinatore per le procedure Covid extra ospedaliere) sta partendo come volontario per prestare soccorso a un “respiro” da quell’Ucraina bombardata e devastata dalla Russia. Partenza da Olbia, l’arrivo al confine con la Polonia il cinque marzo: “Sto partendo per andare a dimostrare la nostra ospitalità, sarda, ai bimbi e alle mamme ucraine”. Gli uomini (i padri) devono restare in patria per combattere, come ordinato da Zelensky. Donne e bambini, come nei canovacci tipici delle guerre, sono fuggiti verso luoghi più tranquilli. O quasi: “Ho accettato subito la proposta del mio amico Ugo Cappellacci, l’intera operazione è coordinata dal console ucraino in Sardegna, Anthony Grande”. Paura? “Sì, ma faccio mio l’insegnamento dei miei genitori: chi vuole andare vada, chi non vuole non vada. Ecco, io ho deciso di andare”. A pochi metri dalle bombe, dalla guerra e dalla distruzione.
“Parto con le mie competenze da psicologo, la maggior parte dei bimbi si portano dietro ferite anche psicologiche, purtroppo. È ovvio che, se ci sarà da curare feriti, lo farò. Nel campo profughi ci sono già una sessantina di bambini, l’obbiettivo è portarli tutti in Sardegna, una delle regioni che si sta meglio attrezzando per gestire quella che, ormai, è già un’emergenza umanitaria”.


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