Si chiama Michele Zuddas, ha 41 anni, è di Nuraminis ma trascorre tanto tempo a Piacenza, dove lavora come graduato dell’Esercito nel polo nazionale dei rifornimenti. È lui, alla Vigilia di Natale, ad aver ritrovato il portafoglio di Pierluigi Rinaldi e della moglie, smarrito in via Tuveri. L’ha aperto, ha controllato i documenti e si è subito diretto sino alla loro abitazione, in via della Pineta: “Quando ho mostrato il portafoglio a Pierluigi è scoppiato in lacrime per la gioia e mi ha chiesto come potesse sdebitarsi”. Insieme a Zuddas c’erano la moglie, il loro figlio di qualche mese e il figlioccio di dieci anni: “Non ho voluto nulla in cambio, il mio è stato un gesto spontaneo dettato dall’educazione che ho ricevuto dai miei genitori e dall’Esercito. Indosso una divisa e porto avanti i miei valori morali, tra i quali c’è l’onestà: se un oggetto non è mio lo rendo al legittimo proprietario o faccio in modo che possa rientrarne in possesso”. Un ragionamento e un modo di vivere semplice, lineare, all’insegna della trasparenza, quello portato avanti dal militare. “Mi è bastato un abbraccio e poi, reciprocamente, ci siamo fatti gli auguri di buon Natale”.
Eccolo, il gesto di riconoscenza per aver fatto il proprio dovere da cittadino e servitore dello Stato modello. Chissà quanti, al posto di Michele Zuddas, avrebbero tenuto i soldi e poggiato il portafoglio da qualche parte. Lui no, non ci ha pensato nemmeno per un secondo: “Alla fine, Pierluigi ha chiesto se potesse dare un piccolo omaggio almeno al nostro figlioccio e gli ho detto che spettava solo a lui decidere. Gli ha regalato quaranta euro”, racconta Zuddas, “e poi ci siamo congedati”. Pierluigi Rinaldi e la moglie col sorriso tra le labbra, il militare e la sua famiglia con lo stesso sorriso anche nel cuore e nell’anima.












