Una caduta in casa, una vertebra fratturata e un medico di famiglia indisponibile nel pomeriggio hanno portato Susanna, 64enne di Quartucciu, a dover raggiungere il Brotzu. La donna, accompagnata dal marito, Ignazio Contu, si è però trovata suo malgrado al centro dell’ennesima odissea che riguarda la sanità sarda. “La radiografia eseguita in uno studio privato di Quartu non ha lasciato dubbi. Mia moglie si è fratturata una vertebra e l’ho subito caricata in auto”, racconta Contu. *A consigliarci di andare subito da un medico sono stati gli stessi dipendenti dello studio radiologico. E così, con lei dolorante, siamo prima andati al Marino, non sapendo che non fosse più operativo”. La tappa successiva? Il Brotzu: “Ore e ore di attesa seduta al pronto soccorso insieme a tante altre persone”.
“Le hanno detto che doveva attendere, nonostante avesse tra le mani la radiografia fatta nel primo pomeriggio”. E al disagio di un’attesa lunghissima e snervante si è aggiunto anche il problema delle medicine: “Susanna prende pastiglie per la pressione, ho dovuto chiedere la cortesia ad una delle guardie all’ingresso del pronto soccorso di portargliele. Ma vi sembra che tutto ciò sia umano?”, sbotta Contu. “Di sicuro, se il Marino fosse ancora operativo mia moglie sarebbe stata visitata in tempi più rapidi”.










