Il Sulcis-Iglesiente non può rassegnarsi senza battere ciglio alla rinuncia del Governo di avere una politica industriale degna dell’Italia. Né può accettare che il centrosinistra alla guida della Regione, ridotto ormai a zerbino, mantenga un atteggiamento passivo nei confronti dello Stato. L’atto di forza degli operai ex Alcoa di quest’oggi è la naturale conseguenza del percorso compiuto fin qui da Governo e Giunta regionale. Le tute blu di Portovesme hanno diritto ad avere risposte concrete sul loro futuro lavorativo e, soprattutto, garanzie sui costi dell’energia. I due anni di super-interrompibilità concessi dalla Commissione Europea sono un’offesa nei confronti di chi ha creduto alle promesse del Presidente Pigliaru, alla guida della Sardegna ormai da due anni. Due anni di bugie, finte rassicurazioni e persino degli inviti, rivolti agli operai, a creare un clima di ottimismo. E intanto, l’atteggiamento remissivo del nostro Governatore ha lasciato tutti con un pugno di mosche in mano.
Ormai è chiaro che il Governo di Matteo Renzi ha rinunciato alla filiera dell’alluminio (un tempo eccellenza italiana), ma non possiamo e non dobbiamo accettare che la Regione ne prenda atto senza muovere un dito. Chiudere le porte del Consiglio regionale, così come fatto dai manifestanti, non è un caso: è bensì un atto simbolico, perché è alla politica, colpevole di non aver fatto ciò che avrebbe dovuto, che oggi si rivolgono. Pigliaru&company si assumano le proprie responsabilità, alzino la testa con Governo ed Europa e lottino per ridare una speranza all’industria del Sulcis.
Ignazio Locci
Consigliere regionale Forza Italia Sardegna












