Quando si tratta di record negativi, la Sardegna conquista sempre il podio. Succede anche con l’inflazione, che sta letteralmente stritolando le famiglie con i prezzi alle stelle e porta l’isola al terzo posto dopo Sicilia e Trentino Alto Adige nella poco piacevole classifica delle regioni più care d’Italia nel 2022. E così, mentre tutte le indagini di Antitrust e dintorni o pseudo tali si rivelano un’operazione quasi esclusivamente mediatica, l’inflazione in Sardegna vola al 9,1%, un punto in più che nel resto d’Italia, dove la già altissima percentuale si ferma al +8,1%.
Dunque un anno orribile per i sardi che non solo vivono in una delle regioni più povere e disoccupate d’Europa, ma devono anche vedersela con una sfrenata corsa dei prezzi che non accenna a rallentare, per lo meno non in modo consistente. Poveri, disoccupati, beffati, con i supermercati, i gestori di benzina e le società di luce e gas che agiscono indisturbati, senza alcun controllo e senza nessuno scrupolo.
Dando un’occhiata al panorama nazionale, la situazione è desolante. Tutte le ripartizioni geografiche registrano un’inflazione sostenuta e in accelerazione rispetto a quella del 2021: le Isole (da +2,2% nel 2021 a +9,7%), il Nord-Est (da +2,0% a +8,6%), il Sud (da +2,1% a +8,2%), il Centro e il Nord-Ovest (da 1,7% per entrambe rispettivamente a +7,9% e a +7,8%, al di sotto, quindi, del dato nazionale). A livello regionale sono undici le regioni (Sicilia, Trentino Alto Adige, Sardegna, Liguria, Abruzzo, Puglia, Umbria, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana) nelle quali l’inflazione del 2022 risulta più ampia di quella nazionale.













