E’ successo a Linda, studentessa con disabilità, iscritta al 5° anno della Scuola Superiore I.I.S.S “Ciusa” di Nuoro. IL FATTO: a causa di gravissimi problemi di salute Linda ha perso l’anno scolastico 2014/2015: è stata ricoverata in rianimazione per mesi e poi in convalescenza a casa, così lo scorso anno anziché per 9 mesi ha potuto frequentare soltanto 1 mese. Ha dunque chiesto di poter essere riammessa a ripetere la quinta classe del suo istituto non avendo di fatto svolto alcun programma, seppur individualizzato e differenziato, ma il Consiglio di Classe, interpellato persino dal Giudice del TAR cui la famiglia si è rivolta, ha risposto con un secco NO! “Siamo profondamente delusi, arrabbiati ed amareggiati – interviene la mamma di Linda, Franca socia dell’associazione A Muso Duro– non avremmo mai immaginato che Linda fosse costretta a terminare così il suo percorso scolastico; le è stato negato il diritto di ammalarsi e di conseguenza il suo diritto allo studio”. E’ proprio così ; fatalmente l’unica colpa di Linda non è quella di non aver frequentato per pigrizia o disorganizzazione o incuria da parte della famiglia, ma semplicemente perché ha dovuto lottare per la sua vita. “La decisione presa dal Consiglio di classe – interviene Francesca Palmas dell’ABC Sardegna che ha seguito il percorso scolastico di Linda per molti anni – è priva di coraggio, oltre che essere gravemente discriminatoria: hanno di fatto negato la possibilità che Linda concludesse il suo percorso scolastico dignitosamente, al pari degli altri studenti. Peccato, lo dico per la Scuola, è stata un’occasione persa, un’occasione mancata: l’opportunità di creare una buona prassi scolastica in cui diritti umani e diritti civili vengono prima di qualsiasi adempimento burocratico. Peccato, perché oggi Linda avrebbe potuto terminare il suo percorso e tagliare, tra pochi mesi, il “nastro” di quel traguardo, quell’attestato da lei tanto ambito; invece ancora non si sa spiegare perchéle hanno chiesto di fermarsi prima e di abbandonare la corsa a pochi metri dalla fine. In pratica è come se la Scuola avesse detto-evidenzia Palmas – che Linda in quanto disabile frequenti o non frequenti è lo stesso – questo è dal punto di vista didattico ed educativo gravissimo ed inaccettabile professionalmente. Si, questa è davvero una cattiva prassi che crediamo non si debba mai più ripetere per nessun altro alunno.”
Non chiedevamo parcheggi, anzi, oggi Linda è impegnatissima in diverse attività sul territorio grazie ai progetti personalizzati – spiega la Mamma – ma vogliamo che la sua storia serva ai tanti alunni che oggi frequentano le scuole e soprattutto ai tanti docenti che lavorano tutti i giorni con i nostri figli: abbiate coraggio!”.













