Era il 3 marzo 2014, e Malesani preparava le valige per lasciare Sassuolo, dopo poco più di un mese, 5 partite alla guida dei neroverdi e 0 punti conquistati. Era riuscito a fare peggio del suo predecessore, Di Francesco, richiamato in fretta e furia per cercare di compiere il “miracolo”.
Esonerato il tecnico artefice della promozione qualche giorno prima del termine del mercato di gennaio, dopo la sconfitta per 3-1 in quel di Livorno e un gran numero di rinforzi giunti in Emilia, la quadra si trovava a -1 dal terzultimo posto; all’esonero di Malesani, invece, il Sassuolo era ultimo a quota 17, a -4 da Chievo e Livorno.
La compagine neroverde, col “Di Francesco bis”, avrebbe conquistato una clamorosa salvezza, giungendo a 34 punti in classifica: ben 17 ottenuti in 12 match, frutto di 5 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte.
Che c’entra, direte. C’entra, eccome. A Cagliari Zeman è stato esonerato dopo l’1-3 del Sant’Elia contro la Juventus, lo scorso dicembre. I rossoblù avevano 12 punti in classifica. Chiamato Zola, l’ex stella di Oliena ha conquistato 8 punti in 10 gare, prima di essere allontanato per fare spazio allo “Zeman 2”, causa il misero bottino di 1 punto nelle ultime 6 partite.
Il Cagliari, attualmente, è terzultimo a quota 20 (insieme al Cesena ma in vantaggio sugli scontri diretti), a -4 dall’Atalanta quartultima (sarebbero -5, considerando la duplice sconfitta in casa e in trasferta), e a -6 dal Chievo Verona (anche con i gialloblù, però, l’unico scontro diretto non è favorevole).
L’impresa è ardua, veramente ardua, ma memore dell’esperienza di Di Francesco al Sassuolo, il quale aveva a disposizione 12 partite – le stesse di Zeman – anche il tecnico boemo può riuscire a conseguire una salvezza che potrebbe diventare una di quelle storie epiche che si racconterebbero, tra alcuni anni, a figli o nipoti.
Largo, dunque, al calcio-champagne e alla concretezza sotto porta. Perché il Cagliari, come il Sassuolo la scorsa stagione, può farcela.













