Libri sardi a Torino, grande affluso di visitatori ma le vendite sono in calo

 Il Salone internazionale del libro di Torino sì è concluso con un bilancio straordinariamente positivo per afflusso di visitatori: buoni i numeri per gli editori sardi


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Il Salone internazionale del libro di Torino sì è concluso con un bilancio straordinariamente positivo per afflusso di visitatori. Il comunicato ufficiale parla di un totale di 170.786 ingressi registrati, che va ben oltre il già notevole successo della scorsa edizione, ricordata come quella “dell’orgoglio”. Ed è tempo di bilanci anche per gli Editori sardi, che nei cinque giorni di iniziative allo Stand Sardegna hanno visto una partecipazione ininterrotta di pubblico e di appassionati provenienti da tutta Italia e dall’estero, in molti casi composto dalla comunità dei sardi emigrati alla ricerca di una recente pubblicazione a tema tra le infinite proposte dell’esposizione.

Arriva quindi la conferma di un risultato importante per tutti gli appuntamenti AES, circa una trentina nel corso dell’intero evento: «Nella cornice trionfale e da tutto esaurito fornita dal Salone, possiamo ritenerci soddisfatti del successo di pubblico e del gradimento ottenuto dalla proposta culturale – ha commentato a caldo la presidente Simonetta Castia –. Una cornice fatta di presentazioni, dibattiti e reading che, nel complesso, hanno visto la forte partecipazione del pubblico della fiera, con veri e propri picchi di affluenza in numerosi casi».

Gli incontri con gli autori e le presentazioni delle novità editoriali dell’ormai consolidata sezione “Tra isola e mondo”, hanno goduto di un forte interesse, in particolare con il pienone del fine settimana. Poche situazioni sono state sofferenti.

La continuità nell’ascolto, nel lungo elenco di appuntamenti non è certo un obiettivo facile da raggiungere, immersi nella caotica e scoppiettante atmosfera degli stand che si danno battaglia a suon di decibel. Per il dibattito “Sardegna quasi un continente”, ospitato all’interno della riservata Sala Avorio, invece non è rimasto un solo posto libero. Gli interventi di Simonetta Castia, Annamaria Baldussi, Francesco Bachis e Salvatore Ligios, hanno evidenziato le tensioni irrisolte e forse irrisolvibili di un’isola che richiede pari dignità, pur con la volontà di distinguersi, ancora a sessant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di Marcello Serra, che ha avuto il grande merito di mettere insieme la complessità culturale e sociale della Sardegna.

Purtroppo è meno positivo il dato delle vendite, in linea con quelle del 2016, ma decisamente inferiori all’anno passato. «Il risultato – ha specificato Castia – è stato probabilmente condizionato dalla contiguità del colosso di 1000 mq di Mondadori, dalla vicinanza di Feltrinelli e, forse, dalla concezione, pur bella e d’effetto, dello stand Sardegna, poco aperto e poco funzionale all’esposizione dei libri».

Un decremento quindi attribuito alle caratteristiche della postazione, che non ha favorito un’ottimale fruizione e circolazione delle persone, e al posizionamento accanto ai colossi dell’editoria.

«In prospettiva futura l’AES, che partecipa al Salone con il fine di contribuire alla promozione della cultura letteraria dell’isola – nelle parole della presidente – auspica una maggiore sinergia nel coordinamento di questi aspetti e delle scelte di comunicazione sottese all’intero programma. Dobbiamo cogliere la sfida che rappresenta il Salone e, per parafrasare quanto detto dal direttore editoriale Nicola Lagioia, ricordarci che siamo qui “per non tradire quello che siamo”».

Tra gli obiettivi più importanti, vi è da rimarcare la partecipazione degli Editori sardi alla presentazione della neonata associazione nazionale degli editori indipendenti, l’Adei, nel cui direttivo è entrata a far parte Simonetta Castia. La prima riunione, finalizzata a dare operatività all’associazione, e alla quale ne seguiranno presto altre, si è svolta con grande vivacità ed entusiasmo proprio all’interno dello stand Sardegna.