Le maschere tradizionali di Samugheo, Fonni, Ottana, Gavoi, Mamoiada e Escalaplano incantano e coinvolgono centinaia di persone: per le vie del centro abitato hanno sfilato in onore dei festeggiamenti per Sant’Isidoro. Un mondo che sembra lontano, ancestrale e tenebroso, legato all’eterna lotta dell’uomo contro la natura: una tradizione ammirata quella sarda, appartenente soprattutto ai territori del centro dell’Isola, quelli impervi, impenetrabili e non modificabili dove il tempo sembra essersi fermato e che custodiscono e tramandano la storia e la cultura che li caratterizza. Ogni loro apparizione richiama l’attenzione e suscita indiscusse emozioni proprio come quelle vissute ieri sera nel centro del Medio Campidano, che si prepara alla grande sfilata di questa mattina in onore del Santo degli agricoltori. Una tradizione che, dopo il covid, viene nuovamente celebrata con il passaggio delle taracas, fedeli e cavalli che precedono Sant’Isidoro.
Spettatori speciali sono stati i ragazzi della festa dell’ospitalità: sono arrivati
dalla Thailandia, Indonesia, Francia, Russia, Malesia, Cile, Colombia, Turchia, Hong Kong, Islanda, Paraguay, Brasile, Danimarca, Giappone, Costa Rica, Grecia, Lettonia, Ghana e India e, dopo essere stati accolti in comune dal sindaco Gabriele Littera,
insieme ai responsabili del programma Intercultura che li vede coinvolti, hanno conosciuto i giovani locali con i quali hanno trascorso la mattina nelle scuole cittadine. Un fine settimana ricco di emozioni, insomma, anche per gli ospiti d’oltreoceano che, con smartphone in mano, hanno immortalato i momenti più rappresentativi della manifestazione.









