Quasi trentaquattro anni, praticamente un’”era geologica” quando si parla di una città, Cagliari, che si è completamente trasformata, tra centri commerciali spuntati come funghi e l’avvento, a livello mondiale, di internet. Gianluca Caboni, però, è uno dei commercianti di via Pergolesi che ha deciso di non arrendersi. La crisi? “C’è, la sera il passaggio è inesistente, mi annoio anziché essere felice perché c’è gente che guarda la vetrina e, magari, compra. Hanno chiuso tanti negozi”, ammette, con un filo di tristezza, Caboni, “da poco anche un market, penso a causa dei costi di gestione troppo elevati”. Insomma, un controsenso e quasi una “bestemmia”, in una Cagliari dove il numero di carrelli della spesa è tra i più alti di tutta Italia, se paragonato al numero di abitanti. “Due sere fa ho visto la fuga in motorino di chi ha rapinato quella signora, dopo dieci minuti è arrivata l’ambulanza. Prima c’erano i carabinieri in coppia che passavano, ci sentivamo tutti più tranquilli”. C’è poi il problema dei topi: “Pascolano liberamente ovunque, non ci sono le trappole che abbiamo chiesto, più volte, al Comune”.
Insomma, le richieste del negoziante sono tutte “collegate” da un’unica parola: sicurezza. “Rischiamo di essere alla mercè di tutti, se non ci sono controlli. Le Forze dell’ordine devono passare più spesso anche in via Pergolesi”.