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L’arte nera della stampa: imprimatur et reprimatur

di Redazione Cagliari Online
28 Settembre 2017
in eventi

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L’arte nera della stampa: imprimatur et reprimatur

“I manoscritti non bruciano”, risponde deciso Woland (il diavolo) al Maestro che gli ha appena detto d’aver “bruciato nella stufa” il suo romanzo su Ponzio Pilato (Il Maestro e Margherita, cap. XXIV). Certo potranno bruciare le pagine, le copertine rigide e persino la cartelletta di cartone legata sui tre lati dove lo si custodisce, ma l’idea, l’ingegno e lo spirito che hanno animato quelle parole, quasi incise a mano, non possono davvero bruciare e saranno sempre lì pronte a riversarsi in un altro manoscritto. Tanto dovrebbe bastarci a declamare la vittoria del libero pensiero sul sopruso della repressione. Ma si sa che le idee, per loro connaturata vocazione, amano diffondersi e replicarsi, germinando in altre menti. In particolare certe nascono per misurarsi con altre, per affinarsi divenendo metodo e nozione scientifica, corpus giuridico o un classico della letteratura mondiale. Potrà pur esser vero che i manoscritti non bruciano, come afferma il Diavolo di Bulgakov, ma il loro essere esemplare unico induce l’estensore intento a misurarsi con il suo pubblico, a declinare il suo pensiero alle regole dell’Arte nera, affinché i frutti del suo studio e ingegno possano serpeggiare e dilagare tra quante più persone possibile. L’Arte Nera è l’arte della stampa, creata per sottrarre alla maestria dell’amanuense il primato della duplicazione di testi e idee in essi contenute, per affidarle a negativi cesellati, ben allineati, inchiostrati e poi torchiati per mille e più volte mille su altrettante pagine.

L’Arte Nera nel suo affermarsi in Europa a partire dal XV secolo fu parte integrante, se non la causa, dell’avvio del processo di emancipazione culturale, economica e religiosa. Una rivoluzione tecnologica che ha mutato per sempre la comunicazione. Una rivoluzione “industriale” che ha stravolto l’Europa costringendo il potere, in tutte le sue articolazioni, a regolare, controllare, prevenire, autorizzare o reprimere la diffusione di concetti che potenzialmente potessero farne vacillare le fondamenta. Su queste suggestioni abbiamo voluto lavorare in questi mesi, partendo da una vastissima e curatissima collezione privata di macchine da stampa che hanno lavorato in Sardegna a partire dal ‘700. Una collezione ricchissima in cui la meraviglia attende di farsi scoprire dai visitatori nei particolari di mirabili timbri cesellati, unici al mondo, e nei dettagli dei caratteri da allineare prima di essere posizionati sul torchio. Chi visiterà questa mostra, porterà per sempre con sé il piacere d’aver fatto una scoperta senza tempo e attraverso di questa pesare il mondo ipercomunicativo che turbina attorno al nostro quotidiano. Negare l’autorizzazione alla stampa equivale a tarpare le ali del libero pensiero; emblematica la sorte di Bulgakov e della sua opera tanto nota quanto sofferta: Il Maestro e Margherita. Bruciata nella stufa la prima stesura, dallo stesso autore esasperato dalla censura staliniana, venne poi riscritta, ma senza mai concedergli il piacere d’esser stampata e consegnata al suo pubblico. Pubblicata postuma, si affermò da subito come una delle opere più importanti della letteratura Russa e di tutto il novecento. L’Arte Nera ha i suoi martiri, e sono i martiri dei modelli concettuali da cui il potere si è sentito minacciato e che ha voluto reprimere attraverso processi inquisitori, deportazioni, riduzioni al silenzio fisico o mediatico. In un’epoca in cui “pubblicare” è artificio di pochi secondi, seppure in difetto di autorevolezza delle fonti, farà certo riflettere sentire lo stridore del lavoro dei legni che comprimono i piombi sulla carta, così sinistramente affini al cigolare di certe macchine di tortura impiegate per reprimere le idee insieme al corpo di chi se ne è fatto portatore e divulgatore; pratiche ancora tristemente attuali nel mondo contemporaneo. A questo viaggio vi invitiamo dunque, tra piombi cesellati e libri antichi e proibiti, alla scoperta delle meraviglie di un’arte suggestiva e non di rado clandestina.

La mostra intende illustrare la storia della stampa, nota come l’“Arte Nera”, a partire dalla grande rivoluzione introdotta dal tedesco Johannes Gutenberg con la Bibbia a 42 linee (1455), passando per grandi editori come Aldo Manuzio e Giambattista Bodoni. Attraverso una collezione privata unica nel suo genere, verrà mostrata la storia della stampa in Sardegna dal XVIII al XX secolo, mediante l’esposizione di torchi in legno, fregi, clichés, caratteri mobili e altri meravigliosi strumenti della tipografia. Particolare attenzione verrà riservata alla censura e ai libri proibiti, un tema di estrema attualità, che va di pari passo con l’utilizzo di nuove forme di comunicazione di massa più immediate e influenti del libro, tra cui il cinema, la televisione e, oggi più che mai, internet. Il viaggio che proponiamo è un sentiero attraverso la storia. Un percorso che invita a guardare libri antichi e moderni. È un viaggio che, dalle avventure del passato, porta a riflettere su noi stessi e sul nostro futuro.

La mostra verrà inaugurata sabato 7 ottobre alle ore 17.30 e sarà visitabile sino al 19 novembre 2017.

Per informazioni e prenotazioni:

Tel: 0709341009; Fax: 0709341135; email: [email protected] web: www.sacoronarrubia.it

Orari di apertura del museo: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

La biglietteria chiude alle 18.00

Tags: artemostraSardegnastampa
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