Sono state 70 le aggressioni nelle carceri della Sardegna subìte dagli agenti penitenziari nel 2023 ormai ai titoli di coda: “Numeri in aumento rispetto al 2022”, afferma Michele Cireddu, segretario sardo della UilPa: “Il bilancio è tragico ma dal 7 gennaio iniziamo il percorso con il nuovo provveditore. Si intravede un barlume di luce che ci fa ben sperare. Per la polizia penitenziaria della Sardegna è stato un 2023 drammatico per una serie di eventi che hanno messo a dura prova la tenuta del sistema penitenziario sardo. Si sono susseguiti in rapida successione eventi che hanno letteralmente stravolto le vite, non sono professionali, degli agenti. Prima la clamorosa evasione dall’Istituto nuorese di un esponente di spicco della criminalità organizzata pugliese, poi il tragico incidente del direttore Incollu e dell’assistente Peppino Fois. Da contorno la malagestione da parte del Dap che non ha ancora assicurato l’invio di un comandante e di un direttore negli istituti estremamente complicati come Sassari e proprio in quello di Nuoro”. Un bilancio impietoso quello del segretario generale della UilPa, che aggiunge: “Durante l’anno abbiamo visitato tutti gli Istituti della Sardegna ed abbiamo constatato come la disorganizzazione, la disparità di trattamento nei confronti del personale, le violazioni amministrative da parte di alcune direzioni e le condizioni precarie delle strutture, siano purtroppo una costante. In tutti gli istituti si vìola in maniera spudorata il protocollo di intesa regionale, realizzato tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali e l’accordo quadro nazionale, soprattutto nella parte in cui prevede il rispetto della pari opportunità nei turni di servizio. Il provveditore uscente, nonostante le ripetute denunce della Uil, non ha assicurato nessun intervento e non ha più convocato la commissione arbitrale regionale per giudicare le violazioni delle direzioni denunciate dalla parte sindacale. Questa inerzia probabilmente ha creato in qualche direttore la consapevolezza di poter agire in netta violazione delle regole, nelle più totale impunità. A nostro avviso il mancato rispetto delle regole e delle leggi, ha contribuito in maniera significativa alla disfatta dell’intero sistema penitenziario sardo che si dovrebbe reggere e dovrebbe basarsi proprio sul rispetto di questi princìpi. Continuano invece le violazioni a discapito dei poliziotti che combattono contro i mulini a vento per mantenere in piedi un sistema ormai fallimentare”.
“A nulla è servito inoltre l’invio di decine di sovrintendenti se, come nel caso di Sassari, la responsabilità della sorveglianza generale continua a ricadere sui ruoli agenti assistenti, un corto circuito gestionale che abbiamo denunciato sia ai vertici dell’amministrazione, al prefetto che alla Procura. La stessa problematica si stava verificando nel carcere di Uta dove, a seguito della nostra segnalazione, gli ispettori ed i sovrintendenti pare si stiano impiegando in maniera più funzionale. Ma proprio nell’istituto cagliaritano”, rimarca Cireddu, “c’è urgente bisogno, a nostro avviso, dell’invio di un comandante che sappia e voglia riorganizzare l’istituto che fa acqua da tutte le parti. Dal 7 gennaio 2024 il nuovo provveditore Antonio Galati inizierà il proprio percorso alla guida dell’amministrazione penitenziaria sarda. Durante l’incontro di presentazione, oltre agli auguri di rito, gli abbiamo fatto notare che eredita una situazione catastrofica ma sotto questo livello è ormai impossibile scendere, possiamo solo risalire. Ci aspetta un 2024 difficile, dovremmo rivedere i protocolli di intesa che disciplinano la vita organizzativa dei poliziotti, dovremo riorganizzare l’intero sistema penitenziario sardo con massima attenzione per gli Istituti in sofferenza. C’è necessità di rivalorizzare le colonie penali e la nostra recente visita in quel di Isili, ha fatto emergere che la struttura ha urgente bisogno di interventi di ristrutturazione ed il comandante attuale per risollevare l’istituto, ha bisogno di un direttore in pianta stabile che possa contribuire, con le autorizzazioni economiche ed amministrative di propria competenza, per rilanciare quella che per l’amministrazione dovrebbe essere una miniera d’oro. Auspichiamo di trasformare il modus operandi dell’amministrazione regionale che, sinora, ha dimostrato disorganizzazione ed estrema burocratizzazione anche delle cose semplici, con quello che ha dimostrato il prefetto di Nuoro, che nelle occasioni in cui abbiamo richiesto il suo intervento ha dimostrato sensibilità, pragmaticità e concretezza”.












