“L’agnello a Pasqua è solo una tradizione, anche in Sardegna tra trent’anni mangeremo vegetale”

Virgilio Careddu, cagliaritano 66enne, organizza eventi antispecisti: “Gli animali devono avere diritti, le tradizioni si possono cambiare. Dopo diecimila anni si deve cambiare cultura, l’uomo può vivere mangiando vegetale. I pastori? Pensino ai veri problemi come la globalizzazione”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA. Cosa ne pensate?


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“#Iostocongliagnelli”, questo lo slogan – anticipato dall’hashtag – che gira sui social già da qualche settimana. Anche in Sardegna, e anche a Cagliari: a promuoverlo, associazioni vegane e antispeciste. Virgilio Careddu, sessantasei anni, organizza da tempo eventi incentrati sull’antispecismo e, di conseguenza, sul “diritto di vita” degli animali: “Vanno salvaguardati, sono contro ogni discriminazione e per dare loro diritti. È chiaro che quando si scontra una cultura specista contro una antispecista sorgano dei problemi, da sempre è così quando arrivano dei grossi cambiamenti culturali”. Uno maxi, stando alle parole di Careddu, è l’addio al consumo di carne, difficile da far “masticare” ad allevatori e pastori anche sardi: “Non ho nulla contro di loro, se sono in crisi la colpa non è dei vegani ma della globalizzazione. Il latte, ormai, si compra nei paesi dove costa meno”, osserva il sessantaseienne.

“Nel Medioevo c’erano torture e si bruciavano le streghe, poi ci si è evoluti. Noi antispecisti e vegani stiamo solo accelerando un cambiamento che avverrà entro i prossimi venti o trent’anni. Non voglio convincere le persone, una ad una, a non mangiare più carne”, precisa Careddu, “ma solo portare avanti il mio messaggio. Una cultura si può cambiare”, anche “quella vecchia di diecimila anni, l’uomo è uscito dalla catena alimentare e può evolversi, cambiando mentalità, senza ammazzare animali ma alimentandosi in maniera vegetale. Basta la cultura per poterlo fare”.