di Vanessa Usai
Fisico scultoreo da ragazzone americano cresciuto a football, basketball e baseball, Ethan Lovall, 28 anni, di Rochester, New York, vive a Quartu dal 2015 e della Sardegna apprezza soprattutto lo stile di vita: una terra di una bellezza unica e selvaggia, in cui i rapporti umani e la natura hanno ancora un ruolo centrale nella vita delle persone. “Qui mi sembrano tutti più amichevoli e felici che negli Usa”, dice Ethan.
“Sono venuto in vacanza nel 2012 e la Sardegna mi è piaciuta subito, innanzi tutto per il clima, perché vengo da Rochester, a nord di New York, una città molto fredda”, racconta il giovane. Così nel settembre 2015 ha deciso di trasferirsi a Cagliari, per fare un’esperienza diversa, e ha trovato casa a Quartu, dove tuttora vive non lontano dal Poetto. E la spiaggia cittadina sta oggi a Ethan come il Central Park sta ai newyorkesi: il luogo perfetto in cui fare sport all’aria aperta, tutto l’anno. Una dichiarazione che manderebbe in estasi le decine di sindaci e assessori che da qualche anno cavalcano l’onda della Sardegna patria ideale del turismo attivo in qualsiasi stagione, e per i quali Ethan sarebbe il testimonial ideale. “Da quando mi alleno al Poetto non vado più in palestra”, afferma il ventottenne. Che pure, di sport indoor, sia al college che alla John Carroll University di Cleveland, nel freddo Ohio, ne deve aver fatto parecchio, ma ora preferisce la corsa all’aria aperta e gli esercizi a corpo libero sul lungomare.
Giunto in Italia nel 2011 per un programma di studio di 4 mesi a Roma, Ethan è sbarcato nell’Isola per la prima volta nel 2012 e in soli 10 giorni si è innamorato della sua natura e della sardità. “Essendo cresciuto in una città, mi ha stregato subito la potenza della natura, e in questi due anni ho visto cose davvero bellissime, dalla Sella del Diavolo al Supramonte di Orgosolo”. Ma a colpire l’immaginario del giovane americano sono anche le tradizioni millenarie, come la festa di Sant’Efisio, con le centinaia di costumi di tutti i paesi: “Mi sono reso conto di quanto sia giovane l’America e mi ha dato una connessione più profonda con la cultura locale”. In autunno Ethan ha scoperto anche la Barbagia, in occasione delle Cortes Apertas a Mamoiada, dove ha potuto conoscere, e gustare, una Sardegna ancora più inedita. “Ciò che mi affascina maggiormente è il fatto che la Sardegna sia unica, un mondo a sé stante rispetto al resto dell’Italia”. E naturalmente apprezza l’enogastronomia locale, dal cannonau al mirto alla carne di cavallo, che negli Usa è tabù: “Non ho mai assaggiato niente che non mi sia piaciuto”. Tra i suoi ristoranti preferiti c’è ‘Su Tzilleri e Su Doge’ di Castello, e mentre non ama particolarmente la vita mondana notturna, apprezza i chioschetti del Poetto, in cui gli piace prendere un caffè o rilassarsi leggendo un libro, come si fa da Starbucks, ma in riva al mare.
Da Quartu Ethan fa lezioni di inglese online, un lavoro che potrebbe svolgere in tutto il modo, ma a lasciare la Sardegna per il momento non ci pensa nemmeno: “Cagliari è la mia dimensione perfetta, non è troppo grande né caotica, ma neanche troppo piccola. Offre un’alta qualità della vita che difficilmente si trova in altre città e soprattutto…non nevica!”. A sentire lui, sembrerebbe quasi che il capoluogo sardo sia il paradiso terrestre. Ma quindi Cagliari è meglio di New York? “Non è un confronto possibile, perché sono due realtà completamente differenti – chiarisce Ethan – ma posso dire senza esitazioni che io qui ho trovato l’equilibrio perfetto“.












