Battere uno scontrino dopo l’altro o suggerire questo o quel vestito, poco cambia. Cassiera o commesso, in Sardegna una fetta importante di questi lavoratori ha lo stipendio bloccato dal 2019. In cinque anni la crisi e il Covid hanno cambiato, sconvolto il mondo. Tutto oggi costa di più, ma chi intasca 900 euro part time o non più di 1500 per un full time non sa più da che parte girarsi per non sprofondare nella disperazione totale. Annalisa Sotgia è cassiera in un supermercato di viale Marconi a Cagliari: “I miei figli studiano, ho una famiglia a cui pensare. Il costo della vita è aumentato, la mia paga è ferma e questo è un problema. Arrivare a fine mese è difficile, le prime difficoltà ci sono già dopo la seconda settimana. Non vogliamo scambiare i nostri diritti con nient’altro, il contratto deve esserci aumentato, è necessario e indispensabile”. Capitolo Pasqua e Pasquetta: “Resterò a casa insieme ai miei cari e non al lavoro, ho scelto così”.
Andrea Catalano ha 31 anni e da otto fa il commesso in un negozio di abbigliamento della galleria commerciale ai bordi di viale Marconi, a Quartucciu: “Siamo tutti nella stessa situazione, con i contratti bloccati. Serve un adeguamento delle nostre paghe, ecco perché siamo qui a protestare e continueremo a farlo sino a quando Federdistribuzione non aumenterà i nostri stipendi”, afferma. “Pasqua e Pasquetta a casa perché il negozio è chiuso, fortunatamente. Gli altri festivi, però, è aperto e dobbiamo garantire tutti la nostra presenza”.