A Cagliari iniziano a comparire cartelli che non fanno presagire nulla di buono. La guerra in Ucraina spaventa e, da un paese nel quale la coltivazione dei campi è una delle principali forme di sostentamento, le esportazioni sarebbero rese più difficili da quando è scoppiato il conflitto. E così, capita che nei market di una catena di market che nel capoluogo e nella provincia conta diversi punti vendita, sia stato affisso un cartello sin troppo chiaro, addirittura alle casse: “A fronte della grave situazione internazionale, per garantire continuità di rifornimento, si potranno acquistare massimo due pezzi totali per tutti li oli di semi”. Un messaggio che non fa capire sino in fondo se ci siano già problematiche legate alla produzione di olio o, invece, a blocchi nel trasporto delle bottiglie. Ma l’avviso vale per tutte le marche vendute, non ce n’è una in particolare. Una beffa, e un serio campanello d’allarme. L’olio di semi razionato, in altre parole, cioè un prodotto molto acquistato soprattutto per il prezzo.
Infatti, un litro costa in media due euro, mentre bisogna spendere anche il triplo per assicurarsi una bottiglia da 750 millilitri di olio d’oliva, ovviamente extravergine. Due qualità nettamente differenti, ma è probabile che, nel razionamento dell’olio di semi, possa aver influito anche un aumento degli acquisti, per risparmiare, da parte di tante famiglie cagliaritane.









