La grinta di Chiara, infermiera sarda a Milano: “Aiuto ogni giorno 200 anziani col Coronavirus”

Chiara Braina, 26enne di Quartu, opera in una Rsa “con dentro duecento ospiti, quasi tutti positivi. L’aria è tesa, qualche giorno fa ho consolato una donna che ha visto morire suo marito dopo 63 anni di matrimonio”. La giovane infermiera protagonista anche di un bel gesto: “Ho trovato un portafoglio con 300 euro sulla metro, sono riuscita rintracciare il proprietario e gliel’ho restituito”


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Ha fatto una scelta, coraggiosa e allo stesso tempo “rischiosa”, ai tempi del Coronavirus. Lasciare la sua Quartu Sant’Elena e la clinica presso la quale lavora da due anni, “la Kinetika”, per andare a Milano, nel cuore di quella Lombardia ancora troppo ferita dal virus. Chiara Braina, 26 anni, infermiera da due, sta lavorando in una clinica Rsa che ospita “circa duecento pazienti, quasi tutti positivi. Ho scelto di dare una mano d’aiuto qui, in Sardegna la situazione è fortunatamente meno grave ma non bisogna abbassare la guardia. Faccio turni quotidiani di sette ore, l’aria in città è tesa proprio perchè la situazione è più drammatica”, osserva la giovane infermiera. E lì, nella struttura piena di “speranza” ma, anche, di difficoltà, in una settimana e mezzo ha dovuto assistere “alla morte di dieci persone. Non potrò mai dimenticare le lacrime di un’anziana che, dopo 63 anni di matrimonio, ha perso il marito proprio a causa del Covid-19. Ho cercato di consolarla, e mi è pesato molto non poterle dare nemmeno un abbraccio”. Quando non lavora, la Braina ovviamente si riposa e si prepara al turno successivo.
E, in una Milano “ancora molto deserta”, c’è spazio anche per i bei gesti, che in qualche modo contribuiscono a colorare il grigio-nero di una città ingabbiata: “Ieri ho preso la metro per raggiungere la Rsa, ho trovato un portafoglio con dentro 300 euro. L’aveva perso un ottantenne dopo aver accompagnato la moglie per un controllo al pronto soccorso. L’ho rintracciato grazie ai documenti. Per fortuna viveva vicino all’hotel nel quale sto alloggiando, gliel’ho restituito e lui mi ha donato, per ringraziarmi, un profumo”. Una bella storia, di speranza e onestà, quella raccontata dalla ventiseienne. Che, ogni giorno, pensa comunque alla sua Sardegna: “La situazione è migliore, ripeto, ma bisogna comunque tenere sempre la guardia alta. Noi isolani abbiamo la fortuna di un clima mite, la fase 2 da maggio penso che possa essere una buona opzione ma continuando a prestare la massima attenzione”. Cioè, evitare contatti stretti e proteggersi, con guanti e mascherine: “A proposito di mascherine”, puntualizza l’infermiera, “quelle Ffp3 con filtro non vanno utilizzate quando ci si deve recare in luoghi aperti al pubblico, come i supermercati, perchè non fermano eventuali contagi. Molto meglio indossarne una chirurgica, o coprirsi bocca e naso con un foulard”.


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