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Ha chiuso, come tutti i suoi colleghi, il suo bar a marzo e, dalla settimana scorsa, ha tentato l’asporto, in attesa della riapertura totale. Il ritorno al lavoro di Greca Sarigu, 60enne quartese ma lavoratrice a Monserrato, in via Porto Botte, è stato amaro come uno dei caffè che serve da circa sei anni: “Ho fatto domanda all’Inps per i seicento euro, non me li hanno dati perchè ho già un assegno ordinario di invalidità di 300 e rotti euro perchè soffro di artrite reumatoide. Non mi hanno nemmeno dato la differenza, quei soldi li avrei utilizzati per le mie visite specialistice, negli ultimi giorni ho pagato 50 e quarantasei euro per una risonanza e una Moc”, afferma la barista. Che, poi, snocciola altri dati economici non certamente positivi: “Ottocento euro di affitto del locale, cinquecento per quello di casa, i trecento dove me li metto?”, chiede, polemicamente, la Sarigu: “Ripeto, sono soldi che avrei utilizzato per la mia patologia e non per il locale, se non avessi avuto una liquidazione dopo tre anni sarei già stata sotto i ponti a chiedere l’elemosina”.
Sfogo a parte, da oggi è tornata a servire caffè e paste ai clienti: “Non perdo nemmeno un tavolino perchè, per fortuna, il mio locale è grande. Se il Comune però confermerà che potremo metterli anche fuori, ne piazzerò almeno tre o quattro”. E il rischio idrogeologico? In caso di allerta meteo “li riporterò dentro”, spiega la sessantenne. “Per l’affitto il titolare mi è venuto incontro, in questi due mesi, ma i soldi dovrò comunque darglieli e anche al più presto”.