Jupiter, nave carica di hashish: arrestato il comandante con 9 persone

Tutti i numeri dell’importante operazione della Guardia di Finanza: 20 tonnellate di droga occultata in ben 821 pacchi, nell’insospettabile nave cargo sottoposta a sequestro a Cagliari. Utilizzate anche delle enormi gru.


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Venti tonnellate di hashish, stupefacente contenuto in altrettanti 821 pacchi attentamente occultati nella stiva che se immessi nel mercato al dettaglio, avrebbero raggiunto i 200 milioni di euro; 10 gli arrestati, il comandante e 9 persone dell’equipaggio, tutte di nazionalità siriana. Si tratta di Mohamad Dib, Ali Dib, Sulaiman Dib, Ibrahim Khalifeh, Mahmoud Rayes, Mustafa Oustah, Mahfouz Mohamed Rahwan, Khalil Mohamad, Salim Abdulrahman e Benshizaldin Ahmad: per loro, le ipotesi di reato, sono di traffico, detenzione e associazione illecita di sostanze stupefacenti. Sono soltanto alcuni numeri e dettagli importanti, riferiti questa mattina durante la conferenza stampa, (tenutasi presso il Comando Regionale della Guardia di Finanza di Viale Diaz), illustrati dal neo comandante provinciale delle Fiamme Gialle, il generale di brigata, Giampiero Ianni, dal generale Antonio Iraso, (Comando Operativo Aeronavale Gdf), Pino Colone (Direzione Centrale Antidroga Gdf), al termine delle operazioni condotte a bordo della nave cargo “Jupiter”, sottoposta a sequestro giudiziario dalla Procura della Repubblica da 18 giorni, al Molo Sabaudo. 

L’OPERAZIONE. La droga era nascosta a bordo della nave Jupiter, un cargo di 100 metri battente bandiera delle Isole Cook. Tutto è iniziato una ventina di giorni fa quando il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, nell’ambito dei canali di cooperazione internazionale, riceveva notizia che un ingente carico di stupefacente era in movimento lungo il Canale di Sardegna.Attraverso un dispositivo aeronavale di altura, attivato da Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare consistente in tre pattugliatori dei Gruppi Aeronavali di Messina e di Cagliari, le Fiamme gialle, grazie anche alla collaborazione della Guardia Civil spagnola intervenuta con un proprio aeromobile, individuavano il cargo in navigazione in acque internazionali in prossimità del quadrante marino segnalato.Abbordata la nave e dopo un primo sommario controllo, i finanzieri decidevano di scortarla, con i colleghi del Reparto Operativo Aeronavale (R.O.A.N.) della Sardegna, nel porto di Cagliari. Occorrevano, infatti, grosse gru per spostare gli enormi blocchi di granito trasportati dalla Jupiter, ed effettuare ricerche più approfondite. La Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari affidava quindi le indagini e la ricerca del carico illecito rispettivamente al G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria, R.O.A.N. di Cagliari, G.A.N. di Cagliari ed alla Capitaneria di Porto del capoluogo sardo. La nave è rimasta in porto per oltre 18 giorni, finché i finanzieri del G.I.C.O., riuscivano a scoprire l’area dello scafo ove era stato celato lo stupefacente. Questo, grazie anche alle attrezzature tecniche del R.O.A.N., veniva finalmente individuato all’interno dei cassoni di zavorra di prua: un’angusta intercapedine ricavata tra la chiglia esterna della nave e lo spazio interno che all’occorrenza viene riempita d’acqua per il bilanciamento del carico. L’operazione è stata condotta in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.), il Maritime Analysis ad Operations Centre – Narcotics (MAOC-N) di Lisbona, il Ce.C.L.A.D. ed Ocrtis francesi, Europol e la Guardia Civil spagnola.

LA SINERGIA. Durante la conferenza stampa, tra gli interventi, sono state messe in evidenza alcune punte di diamante che hanno permesso un risultato tangibile alla lotta dei reati comuni, ad esempio, come quello dello spaccio di droga: «E’ stato un chiaro ed autentico caso di scuola che ci insegnerà molto, tra unitarietà con le forze di polizia internazionali, il coordinamento specifico adottato per combattere, (con risultati soddisfacenti) il contrasto allo spaccio, al contrabbando non solo della droga, ma anche di altri traffici illeciti, nelle “autostrade del traffico”, dove  tra armi o ad esempio, migranti, esistono numeri in continua e drammatica crescita. Tra l’altro – è stato sottolineato – è pur vero che il costo dell’intera operazione è stato elevato, ma al tempo stesso, la confisca della nave cargo e poi le consuete procedure di vendita all’asta comporteranno un introito economico alle casse dello Stato di almeno mezzo milione di euro, come contro partita finale dell’intera vicenda giudiziaria». (Alessandro Congia Castedduonline.it)

 


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