“Abbiamo appreso che lo Stato di Israele sarà ospite dell’edizione 2024 del Girotonno, manifestazione culinaria e culturale che si svolgerà dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte Sardegna. Condanniamo con forza la partecipazione di Israele, colpevole del genocidio in corso nella Striscia di Gaza.
Com’è ben noto, da oltre sei mesi Israele bombarda ininterrottamente case, interi quartieri, ospedali, scuole, moschee e chiese; negando elettricità, carburante, acqua, medicine e cibo alla popolazione palestinese.” La protesta è una lettera scritta da Associazione Amicizia Sardegna Palestina, GPI (Giovani Palestinesi d’Italia) e Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina e spedita alle istituzioni carlofortine e all’organizzazione del Girotonno.
“Nonostante la catastrofe umanitaria in atto, nonostante la mobilitazione di milioni di persone in tutto il mondo, il Comune di Carloforte invita lo Stato di Israele al Girotonno”, prosegue la missiva, “alcuni potrebbero affermare che il Girotonno sia “solo” un evento culinario e che l’arte e la cultura siano apolitiche, che rappresentino un linguaggio di pace e quindi boicottarle sarebbe una violazione della libertà di espressione. In realtà, è proprio Israele a non distinguere tra cultura e politica e a usare la cultura ed eventi come questi per ripulire la sua immagine e per distrarre l’attenzione dalle politiche di genocidio, colonialismo, occupazione e apartheid. Infatti nel 2005, Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano ammise: “Consideriamo la cultura come uno strumento hasbara (di propaganda) di primo ordine, e non facciamo differenza tra propaganda e cultura”.
E’ essenziale sottolineare che la presenza, alla Tuna Competition con Israele, di due chef palestinesi in rappresentanza della Palestina equivale a sostenere la normalizzazione delle atrocità in corso e quella retorica vuota della pace volta a ripulire l’immagine di Israele. Eventi come questo mirano a creare una falsa simmetria tra colonizzatore e colonizzato, ritraendo Israele come uno stato “normale” e rappresentando i palestinesi e Israele come due parti in “conflitto” e non come gli oppressi e l’oppressore.
Poiché dichiararsi neutrali in una situazione di ingiustizia equivale a prendere posizione per l’oppressore, chiediamo agli organizzatori del Girotonno di escludere Israele dalla manifestazione e di non permettere che questo evento venga utilizzato per normalizzare il genocidio in corso e per nascondere i crimini israeliani che da oltre 70 anni opprimono il popolo palestinese”.
Le associaizoni pro Pal chiedono al Comune di Carloforte, alle amministrazioni locali del territorio, agli sponsor dell’iniziativa e agli altri ospiti di sostenere la richiesta e di prendere posizione per un immediato e permanente cessate il fuoco e la fine dell’assedio israeliano sulla Striscia di Gaza, garantire l’ingresso di adeguati aiuti umanitari alla popolazione civile, compresi farmaci e presidi sanitari, sostenere la protezione internazionale della popolazione palestinese e il ritiro completo delle forze armate israeliane dalla Striscia di Gaza e l’’incriminazione dei leader israeliani da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio.
Il comunicato ricorda che “oltre agli attacchi incessanti e ai bombardamenti indiscriminati contro la popolazione della Striscia, Israele ha intensificato le aggressioni e gli omicidi da parte del suo esercito e dei suoi coloni contro i palestinesi della Cisgiordania occupata e di Gerusalemme Est, causando centinaia di morti e migliaia di arresti tra i civili palestinesi. Allo stato attuale, mentre vi preparate a condividere con Israele le emozioni del Girotonno 2024, i palestinesi morti sotto i bombardamenti israeliani sono oltre 33.000, tra cui più di 13.000 bambini, oltre 8.000 dispersi e circa 75.000 feriti, molti dei quali gravi, resi invalidi per sempre. I sopravvissuti affrontano ora una morte, se possibile, ancora più lenta e macabra, causata da fame e disidratazione; oggi a Gaza, circa il 31% dei bambini palestinesi al di sotto dei due anni soffre di gravissima malnutrizione.
Peraltro, come saprete, le violazioni israeliane nei confronti dei palestinesi non sono di certo iniziate il 7 ottobre 2023. Cacciati dalla loro terra nel 1948 in seguito alla pulizia etnica perpetrata dall’esercito sionista e ancora nel 1967 con l’occupazione militare della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e di Gaza, la drammatica diaspora palestinese prosegue ancora oggi a causa dei massacri, delle espropriazioni e delle politiche coloniali israeliane. Oggi circa il 70% della popolazione palestinese è costretta a vivere nei campi profughi di altri stati o in esilio, e si vede negato il diritto al ritorno, internazionalmente riconosciuto”.
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