Il volo di ritorno schedato per sabato 3 aprile alle 21:30, da Verona a Cagliari, è decollato senza di loro. Giovanna Antonia Pianu, 68enne di Uras, e suo marito Paride Busia, 65 anni, sono rimasti a terra. Il motivo? “Un’email non riconosciuta sul sito della Regione ‘Sardegna Sicura’”. A raccontare l’incredibile vicenda è la protagonista diretta, la Pianu, pensionata sarda. Da martedì scorso si trovava in Veneto, insieme al marito, per “motivi di salute”. Dopo tutta una serie di visite ed esami medici, la possibilità di ritornare nell’Isola. Ma quello che doveva essere un semplice e comodo viaggio si è trasformato, stando al racconto della donna, in un’odissea: “Sabato scorso siamo arrivati all’aeroporto di Verona, avevamo già l’autocertificazione, avremmo fatto il tampone una volta sbarcati a Elmas. Arrivati al check-in ci è stato chiesto di compilare la scheda sul sito ‘Sardegna sicura’”, racconta la donna. E iniziano i problemi: “Mio marito è riuscito a registrarsi solo dopo cinque volte. A me, invece, non ha mai riconosciuto l’email”. Sarebbero numerose le prove fatte dalla passeggera mentre la fila, pian piano, stava diminuendo. Tutti a bordo, tranne loro: “Alla fine non ci hanno fatto imbarcare. Mio marito è malato di cancro, io sono la sua accompagnatrice”. La coppia si è quindi ritrovata a terra, in tutti i sensi, all’aeroporto di Verona. Prossimo volo disponibile? Il giorno dopo.
“Così ci è stato comunicato. Abbiamo subito avvisato nostro figlio che vive a Venezia e, insieme a lui, siamo partiti in auto sino a Bologna. Lì, finalmente, siamo potuti decollare domenica sera alle 22:20, atterrando a Elmas alle 23:10. Per fortuna la compagnia aerea ci ha rimborsato il biglietto per intero”. E per la registrazione sul sito ‘Sardegna Sicura’? “Non era più impallato, per fortuna. Ma abbiamo speso tanti soldi, circa 220 euro, tra pedaggi autostradali e benzina: è vergognoso. Quando siamo arrivati a Elmas, in attesa dell’esito dei tamponi, fortunatamente negativi, ho chiesto informazioni ad alcuni agenti presenti all’aeroporto: mi hanno detto che sarebbe bastato che una delle hostess chiamasse l’aeroporto di Elmas e facesse presente che aveva un passeggero al quale il sito dava l’email errata”.











