“Io, 30enne di Cagliari affossato dal Coronavirus: niente lavoro, quante notti insonni…”

La storia di Davide S., promoter di prodotti informatici: “Stop a turni e stipendio sicuro, la cassa integrazione non è arrivata e ho solo un contratto determinato di un anno. Volevo andare a vivere da solo, adesso dovrò ridisegnare tutta la mia vita”. Raccontateci le vostre storie!!


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

C’è chi continua a lavorare (poche categorie, quelle ritenute ‘essenziali’ per i servizi che garantiscono), chi è in pausa ma può contare sulle entrate sicure di un altro parente e chi, purtroppo, è in attesa dei soldi della cassa integrazione in deroga non ancora sbloccata dal Governo. Davide S. ha trent’anni, in tasca un diploma superiore e tanta voglia di lavorare. Da qualche mese era riuscito a inserirsi in una società specializzata “nella vendita di prodotti informatici, con il ruolo di promoter”. Contratto? “Determinato, di un anno”. Stipendio? “Mille euro al mese, puliti”. Non certo l’oro trovato in fondo a un pozzo, ma in tempi di magra non certo una miseria. Poi, però, l’emergenza del Coronavirus ha stravolto anche la sua vita: “Non posso più lavorare, in azienda hanno tenuto solo gli addetti alla vendita principali. Ad aprile riceverò 200 euro, frutto dei pochi giorni di lavoro che ho potuto fare a marzo. Facevo quaranta ore settimanali, con due giorni liberi. Ora passo le giornate a casa, insieme ai miei genitori, uno dei quali è pure cassintegrato, e non riesco più a disegnare il mio futuro”.

Un futuro abbastanza normale, quello pensato da Davide S. sino allo scoppio dei contagi da Covid-19 e alle conseguenti restrizioni sociali e lavorative: “Una casa tutta per me, pagata con i soldi duramente guadagnati al lavoro. Anche io, come tutti, sono isolato dai primi di marzo e non so quando ne usciremo: passo le giornate tra pc e tablet e, qualche volta, mi concedo una passeggiatina restando sotto casa per evitare di prendere multe”, confida, “molte notti mi capita di non dormire e di pensare che cosa ne sarà di me e di tutti quelli che hanno la mia età. Spero che, quando l’emergenza sarà un po’ scesa, il Governo si ricordi di noi giovani disperati: sto ancora aspettando che sblocchino la cassa integrazione in deroga, mi spetta per legge”.


In questo articolo: