Guai a dire una parola sgradita: apriti cielo. Succede quello che, di incredibile, sta succedendo in queste ore in Sardegna: Marco Mengoni, che peraltro più volte ha elogiato la bellezza delle dune di Piscinas, che si è speso sulla bellezza inarrivabile di panorami e paesaggi, e che soprattutto ha scelto proprio Piscinas per il video ufficiale di “Due vite” ora è messo alla gogna pubblica, linciato sui social, scaricato dal sindaco di Arbus e additato come nemico delle inarrivabili bellezze naturali della Sardegna senza le quali non avrebbe evidentemente vinto il festival di Sanremo. e nemico dei sardi, naturalmente. E il sindaco che l’ha scaricato, Paolo Salis, dice che ora dargli la cittadinanza onoraria come avevano pensato di fare sarà più difficile.
Ma ecco cosa ha detto il povero Mengoni, inconsapevole, evidentemente nessuno l’aveva messo in guardia, del delirio in cui si stava suo malgrado ficcando. “Abbiamo avuto dei problemi per arrivare in questo posto perché prima devi attraversare una specie di giungla. Aveva piovuto tantissimo e c’era un lago che noi dovevamo attraversare con delle Jeep, e una di queste si è fermata in mezzo. Quindi siamo dovuti scendere e abbiamo fatto un pezzo a piedi nel fango”. Ecco quello che ha detto il povero Marco, peraltro a febbraio, in un’intervista radiofonica. Cosa c’è di offensivo in questa frase? Vi sembra che abbia criticato i sardi o la Sardegna? Zero. Nulla di nulla. Ha detto la verità, perché a febbraio, durante una pioggia, in un luogo incontaminato, selvaggio evidentemente solo quando conviene, succede esattamente quello che Mengoni ha descritto.
Ma il sindaco evidentemente non la pensa così. Dice che giungla è offensivo e fa pensare a una terra poco ospitale, “e tutto si può dire della Sardegna tranne che non sia ospitale”, e anche questo è opinabile, almeno se hai girato un po’ altrove e quindi puoi renderti conto delle differenze. Salis ricorda che quel giorno pioveva e che dunque si è creato un piccolo torrente, e che evidentemente chi arriva dalla città non capisce la differenza fra lago e fiume, ma che comunque i lavori per rendere il tutto più accessibile si faranno, il che fa pensare che servono davvero, quei lavori, altrimenti perché farli. Poi, l’apoteosi: “Stavamo pensando di dargli la cittadinanza onoraria, ma ora è più difficile”. Una cittadinanza onoraria negata a un cantante in partenza per l’Eurovision, dove la sua notorietà sarà decuplicata come lo saranno le visualizzazioni del video girato a Piscinas, perché ha usato una parola in alcun modo offensiva ma sgradita.
Roba da Scherzi a parte. Se il tutto non fosse ridicolo, sarebbe tragico.











