Da tempo la questione tiene banco in quel territorio famoso per i nuraghi e la vegetazione incontaminata che rende speciali le colline e le pianure che si affacciano nei piccoli centri abitati della zona. Eliche roteanti e distese di accumulatori di energia, come da progetto partito dall’alto, proprio non garbano ai primi cittadini che, sempre da soli a dover affrontare le problematiche dei comuni da loro amministrati, ora si sentono “considerati” solo per essere “sfruttati”, rapiti di quei territori che, tra alberi e vegetazione varia, vedrebbero innalzarsi le torri di ferro per sfamare il bisogno energetico non di certo locale. Una deturpazione dell’ambiente e “uno sfruttamento” del territorio che “non deve essere concesso”: questo in sintesi il contenuto della “lotta”. No, quindi, all’immenso parco eolico, “l’unica soluzione possibile al momento sembra essere l’autonomia energetica che è facilmente raggiungibile con le comunità energetiche come ampiamente dimostrato”.
“Domani, a Barumini, convocazione dei consigli comunali dei nostri paesi e di tutta la popolazione. In lotta contro i progetti di speculazione energetica che schiacciano questo territorio. Viene raccomandata ai sindaci la fascia tricolore. Va da sé che io non la porterò. Se c’è un giorno – spiega Onnis – in cui non portarla è proprio domani. Non si indossa il simbolo della lealtà istituzionale nel momento in cui, dall’altra parte, della lealtà istituzionale se ne fregano. Dobbiamo uscire dalla contraddizione. Lo Stato è parte avversa. Dobbiamo smetterla di mostrarci servi fedeli e acquiescenti. Parlare con tutti, servire nessuno. Domani non è giorno di mediazione. Domani è giorno per riprendere il gioco in mano nostra. Altro che fascia tricolore”.












