Il Pd aspetta la risposta all’ultimatum di 24 ore che ha imposto a Francesca Barracciu chiedendole di ritirarsi dalla corsa alla presidenza della Regione per il centrosinistra ma, intanto, cerca di trovare la moneta di scambio da offrire all’europarlamentare, trincerata nel fortino della vittoria alle primarie. E si prepara alla resa dei conti, che potrebbe essere durissima: l’orientamento del partito è di lasciare alla Barracciu la decisione di farsi da parte ma, se questo non dovesse accadere, a quel punto la direzione andrà alla conta, votando sulla candidatura e spaccandosi inevitabilmente. Frantumandosi, dice qualcuno, considerando il clima che si respirava a Oristano. Dunque, passo indietro o votazione interna: e se voto sarà, i democratici dovranno inevitabilmente tenere conto che, non essendo l’unica indagata per peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi consiliari, almeno altri sei o sette aspiranti consiglieri dovranno farsi da parte, altrimenti non si spiegherebbe il senso della rinuncia e, ancor più, l’insistenza della richiesta.
Tanto che la stessa Barracciu, uscendo dalla direzione, si è lasciata sfuggire a denti stretti che “se mi fossi chiamato Francesco invece che Francesca non mi avrebbero azzannato in questo modo”. Adesso però, il partito deve pensare a come rincollarla se non sara più la candidata governatrice: le ipotesi spaziano da un sottosegretariato nel governo Letta quando ci sarà il rimpasto chiesto da Renzi a un seggio blindato all’Europarlamento come capolista in un’altra regione visto che la Sardegna, accorpata con la Sicilia, ha speranza di piazzare qualcuno solo col ripescaggio o, infine, un posto da assessore in caso di vittoria del centrosinistra ma solo dopo che verrà chiarita la sua vicenda giudiziaria. “Anche 24 ore vanno benissimo”, ha commentato Francesca Barracciu dopo la direzione in cui aveva chiesto una pausa di riflessione fino al 2 gennaio. Con me le elezioni si possono vincere e Cappellacci lo possiamo mandare a casa. Del resto – ha ribadito per l’ennesima volta – quale altra candidatura decisa a tavolino in quattro giorni potrebbe avere maggiore legittimità della mia decisa con le primarie?”.