Il più alto indice di contagio si registra nella fascia d’età fra i 10 e i 19 anni, il più basso fra gli over 80. Il tasso dei ricoveri in terapia intensiva per i non vaccinati è di 4 volte più alto rispetto ai vaccinati e ben 11 volte superiore a chi ha ricevuto la terza dose. E i dati sui ricoveri in ospedale sono sorprendenti, perché stabili in tutte le fasce d’età tranne che in quella sotto i 5 anni, dove sono in aumento. La fotografia, scattata ogni settimana con un report esteso, dall’Istituto Superiore di Sanità integra il monitoraggio sull’andamento dell’epidemia e fornisce nuovi elementi per interpretare questa nuova fase del virus.
Intanto, l’incidenza del Covid registra un aumento a 14 giorni in tutte le fasce d’età. Nella fascia 10-19 anni 2.165 positivi per 100.000, mentre fra gli over 80 il dato scende a 801 casi per 100.000 abitanti.
Per quanto riguarda le terapie intensive, il tasso di ricoveri nel periodo dal 4 febbraio al 6 marzo per i non vaccinati è 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa 11 volte più alto rispetto ai vaccinati con terza dose. E il tasso di mortalità nel periodo 28 gennaio-27 febbraio per i non vaccinati è circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e 14 volte più alto rispetto ai vaccinati con terza dose.
Infine, le reinfezioni: dal 24 agosto 2021 al 23 marzo 2022 sono stati segnalati 282.654 casi di reinfezione, pari al 3% del totale dei casi notificati, ma la percentuale nell’ultima settimana è cresciuta di mezzo punto percentuale. Più a rischio le donne, per la maggior presenza nelle scuole (dove le attività di screening sono più intense) e per il fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in famiglia. Anche nel caso delle reinfezioni, il rischio più alto riguarda le fasce dei più giovani, dai 12 ai 49 anni.
Si moltiplica no, intanto, gli appelli alla prudenza e al rispetto delle regole nonostante l’ormai imminente fine delle restrizioni, che cadranno dopo due anni dal prossimo 1 aprile. Secondo gli esperti, la contagiosità di Omicron 2, ancora più forte della già rapidissima Omicron, è un rischio da non sottovalutare.












