di Insopportabile dal blog http://insopportabile.wordpress.com/
Atterro a Bari dopo due voli e salgo su uno shuttle che mi porterà a Matera. Occasione ghiotta per conoscere la capitale europea della Cultura 2019 data dal BTWIC2019, momento di riflessione sul Turismo giunto alla terza consolidata edizione.
Salgo sullo Shuttle, osservo che Matera è scomoda da raggiungere e capisco subito che è la prospettiva sbagliata. seguito da un’ora di discorsi ampi e variegati che mi hanno fatto calare nella realtà di Matera ancora prima di metterci piede.
L’impatto con la città è uno schiaffo in volto. Una bellezza antica, di pietra e silenzio, di aria che si insinua tra le strade scale. Il suono di una tromba, le chiacchiere di un gruppetto di ragazzi fuori dall’Università, la gente che ti sorride, il barbiere che “sostiene Matera2019″, ad ogni balcone bandiere, e sorrisi e profumo di pane e quella tromba che suona chissà dove e io così era da tanto che non mi sentivo. La serata passata ad Area 8 con gli amici nomadi del turismo, tribù che si incontra poche volte l’anno ma è come se fossimo fratelli, è immersione totale nella Basilicata. Suoni, sapori ma ancora e soprattutto la gente. Orgoglio di voler cercare e percorrere una strada nuova, lo percepisco, tangibile, nei gesti e nelle azioni di chiunque, anche della ragazza che ti porge il bicchiere da degustare. Sanno che la loro vita sta cambiando perché l’hanno deciso loro, insieme. Perché nessuno è rimasto fuori da questo progetto, di Basilicata prima e di Matera poi. Perché tutti hanno capito che un territorio è prima di tutto le persone che lo abitano, non solo chi ci è nato. Perché l’identità di una regione non la crei con regole calate dall’alto o con codifiche di linguaggi e manuali di lingua, usi, costumi e tradizioni. L’identità la crei dando la possibilità alle persone di raccontare e tramandare quello che è stato e che è la loro terra. L’identità è concetto dinamico e ha bisogno di una comunità coesa che lo viva e lo ravvivi.
Nell’incontro al BTWIC2014 del giorno dopo ho portato l’esperienza del tentare di raccontare un’identità non stereotipata della Sardegna a una platea davvero attenta e felice di mettersi a confronto con altre realtà. Insieme a un tripudio di cellulari e diretta streming e via digitalizzando c’era un signore, in prima fila, con una signora. Attento e serio, senza smartphone, registrava tutto su un registrare a microcassette.
Ecco, io ringrazio queste persone che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi soprattutto perché mi hanno indicato la strada per il futuro: progetti intelligenti e condivisi, meritocrazia, totale trasparenza, confronto.
Lascio Matera dopo essermi perduto nelle sue strade, nelle sue grotte, nel suo futuro tangibile.
Lascio Matera con la convinzione che ci vorranno anni prima che in Sardegna si respiri quest’aria, prima che ci si liberi di una visione egoistica e spesso di un livello talmente gretto da essere imbarazzante. Anni prima che la meritocrazia diventi regola, prima che i miei conterranei trovino la loro identità non intorno a finti totem ideologici ma intorno a un’idea di futuro sereno.
Lascio Matera e la Basilicata con l’ammirazione di una realtà che ha trovato unità intorno alla Cultura e al Turismo.
Lascio Matera e la Basilicata ringraziandoli della considerazione e opportunità di parlare della mia Sardegna, opportunità che spesso è più facile trovare fuori dalla Sardegna che dentro.
Lascio Matera e la Basilicata sperando che la politica sarda prenda esempio da una realtà che ha saputo investire convinta in un progetto inclusivo e a lungo termine.
Cagliari non ha vinto ( e credo che forse non avrebbe vinto comunque) non perché il progetto non fosse valido ma credo perché poco collaborativo e non condiviso con l’intera isola. La rete internet nasce per mettere in relazione le persone, non averla usata per condividere e renderlo più ricco e partecipato è stato un peccato. Non si vince la candidatura sui social ma il confronto serve a migliorare, confrontarsi, calibrare, aggregare, sintetizzare.
Vedere scarsi esami di coscienza politica non mi sorprende, mi sorprende molto l’assenza di esami di coscienza personali, perché la colpa del non essere una comunità che non vuole puntare su Cultura e Turismo è anche la nostra.
Io mi chiedo ogni giorno se avessi potuto fare di più, ma non per avere un fregio nella bacheca dell’Assessorato alla Cultura ma per poter un giorno dire: “ho fatto tutto quello che era nelle mie capacità per non vergognarmi di essere sardo”.
Grazie Matera, grazie Basilicata. Porterò nel cuore un pezzetto del vostro meraviglioso sogno di cultura.










