Seimila euro all’anno per svolgere attività sperimentali e di recupero ambientale, fare censimenti e segnalare e raccogliere i rifiuti che popolano i mari? I ricciai sardi bocciano nettamente la proposta della Regione, l’indennizzo sino al 2025 in cambio del fermo biologico per ripopolare i mari sardi di ricci (nella costa cagliaritana si è, stando a quanto spiegato dall’Agris, a un passo dalla loro estinzione) viene rifiutato da chi, per decenni, ha vissuto tra mare e i gazebo di Su Siccu. I pescatori non concedono alternative: “Vogliamo pescare, stop”. Anche perchè, stando ai loro calcoli, è più remunerativo vedere ricci a tutto spiano per qualche mese che intascare seimila euro l’anno, “visto che con le spese si ridurrebbero ad appena tremila. Una cifra con la quale è impossibile vivere”. La settimana prossima, al più tardi tra due, nuovo confronto nella commissione regionale delle Attività produttive, ma la strada dello scontro sembra proprio essere tracciata. Michele Puddu ha un solo obbiettivo: “Bloccheremo il porto di Cagliari se non ci faranno tornare subito al lavoro. Non è vero che non ci sono più ricci, nei fondali se ne trovano ancora belli grossi”. Insomma, in regola con le misure previste dall’Europa: “Altro che seimila euro all’anno, a quel punto mi conviene prendere il reddito di cittadinanza e non fare nulla, avrei più soldi. Vogliamo lavorare, tornare a pescare e vendere ricci. In questo periodo, con il caldo che ci ha sfiancato per tanti mesi, in mare si trovano difficilmente cozze, vongole e tanti altri pesci. Alla Regione sanno che anche noi abbiamo famiglie da sfamare? È sicuro che, se non ci faranno tornare al lavoro, protesteremo, riportando anche le barche in via Roma”.
Lino Depau scalda già i motori: “Chi dice che non ci sono più ricci può venire a fare un’immersione insieme a noi quando vuole. Glieli mostreremo tutti, adagiati sul fondale marino. I ricci piccoli, quelli che non si possono pescare, vengono presi dagli abusivi, non da noi pescatori in regola. Basta con questi racconti”, tuona Depau. “Seimila euro? Dovendo sostenere noi i costi per andare a raccogliere i rifiuti? Noi vogliamo metterci i soldi in tasca lavorando, non abbiamo mai chiesto nessun ristoro, o al massimo l’ha chiesto chi ha solo le licenze ma non va a pesca. Per noi è favorevole, unicamente, tornare a pescare”.








