Conte annuncia il blocco dei barbieri sino al 18 maggio prossimo, Solinas studia un modo per creare un piano di riapertura, forse, anticipata. Entro i prossimi tre giorni ci sarà un’ordinanza, ancora tutta da scoprire. Il presidente sardo, a quanto pare, vorrebbe tenere conto anche delle richieste dei parrucchieri. La fase due parte il quattro maggio prossimo, e l’idea di restare fermi ancora un mese non piace a quasi nessun esperto di tagli e pieghe. Le dita sono già incrociate. Luisantonio Deligia, 37 anni, fa il barbiere da cinque: “Mi ha insegnato tutto mio padre, sono fermo da marzo e non voglio nessuna elemosina dallo Stato. Chiedo solo di poter tornare subito al lavoro, metterò i pannelli di plexiglass nel mio locale, tra una sedia e l’altra e anche nella zona della cassa. Spero che Solinas ci faccia tornare al lavoro prima. Perchè Conte ci ha messo in fondo alle aperture? Perchè saremo gli ultimi?”, chiede, polemico, Deligia, titolare di un salone a Sorgono. “Noi siamo professionisti, sappiamo come tutelare i clienti. Negli ultimi due mesi ho avuto solo spese e ho perso migliaia di euro, sono pronto a lavorare anche il lunedì, sfatando la tradizione che ci vuole, da sempre, chiusi. Allungherò gli orari”.
Dita incrociate anche per Alessandro Pinna. Trentasette anni, fa il barbiere a Quartu Sant’Elena da venti: “Negli ultimi due mesi ho dovuto rinunciare a qualunque tipo di incasso. Il mio salone è grande 55 metri quadri e ci lavoriamo in sette, sicuramente non potremo ripartire tutti da subito. Lavorare il lunedì? Certo, assolutamente: può essere anche un modo per far turnare tutti i miei collaboratori, riuscendo a garantirgli il lavoro. Sono anche disposto a tenere aperta l’attività anche la domenica”.












