Gli autotrasportatori sardi pronti alla battaglia: “Sciopero totale dal 27 giugno, uniti dalla fame e dai rincari”

Il caro benzina e gli aumenti dei prezzi portano alla rivolta tanti lavoratori. È ufficiale, da lunedì proteste nei porti di Cagliari e del nord Sardegna e volantinaggi nelle stazioni di servizio, insieme ad allevatori e partite Iva. Gli Autotrasportatori sardi uniti: “La rabbia è tanta, se stavolta non otterremo ciò che vogliamo faremo un’altra manifestazione anche la settimana prima di Ferragosto”


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È ufficiale: da lunedì 27 giugno sarà sciopero ad oltranza per gli autotrasportatori, gli allevatori e le partite Iva sarde. I primi hanno imbastito tutta l’operazione, le altre due categorie invece si stanno accodando nelle ultime ore, con dei messaggi postati nei gruppi ufficiali di Facebook. C’è stato un incontro con il prefetto, domani sarà scritta una lettera da spedire a Roma con diverse richieste: “Oltre al caro carburanti, ci troviamo ad affrontare con il caro traghetti e la mancata sistemazione in cabina nei periodi con alta affluenza di turisti e lo stato pessimo delle arterie principali”, spiegano gli Autotrasportatori sardi riuniti. Da lunedì proteste e volantinaggi anche nelle principali stazioni di servizio, oltre che nei porti di Cagliari, Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres. “Uno sciopero totale, la situazione è critica”, spiega il portavoce dei camionisti, Alexsander Scano. “La manifestazione si sta ingrossando, si stanno unendo anche vari commercianti e agricoltori. Faremo picchetti con volantinaggio e informeremo anche i turisti che sbarcano nell’Isola della nostra situazione”. La rabbia è tanta e la tensione già alle stelle: “Se non otterremo ciò che vogliamo, ovvero un immediato calo dei costi del carburante e le altre agevolazioni per chi deve prendere la nave per trasportare le merci, manifesteremo anche la settimana prima di Ferragosto”.
Si attendono fatti concreti da Roma, gli autotrasportatori: “Domani verrà redatto su carta una lettera che manderemo al prefetto con i punti toccati oggi in modo che li faccia arrivare a Roma dalla Bellanova. Pertanto, auspichiamo che entro metà della prossima settimana la manifestazione possa rientrare, sempre se le promesse fatte verranno esaudite”. In caso contrario, “almeno in cinquecento, andremo avanti ad oltranza. Siamo tutti uniti dalla fame e dai rincari”.


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