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L’amore finisce e inizia il baratro della crisi. Meglio, delle crisi. Psicologiche, fisiche e anche economiche: Giovanni, cinquantasei anni, vive nel capoluogo sardo. Che sta vivendo l’ennesima grana giudiziaria (ecco il perché dell’anonimato, oltre al fatto che due dei suoi tre figli sono minorenni, ndr). L’incubo, per lui, inizia nel 2013: dopo ventuno anni di matrimonio il castello dell’amore crolla come un castello di carte al vento. È lui a separarsi dalla moglie, più giovane di otto anni. I tre figli restano proprio con lei, perché Giovanni subisce una condanna “di sei mesi per maltrattamenti” e finisce ai domiciliari. Non solo: per lui scatta anche “l’interdizione dai figli per un anno e mezzo. Diciotto mesi senza poterli vedere, ho rischiato di impazzire. Mi sono messo in aspettativa dal lavoro, stavo malissimo e la mia ex ha cercato di portarmi via tutto quello che avevo. Il mio stipendio mensile di 1500 euro, per un anno e mezzo, si è dissolto tra 750 euro versati per i miei figli e altrettanti per lei. Poi il giudice ha detto che non le spettavano, visto che lavorava”, racconta Giovanni.
Il 56enne ha una lunga lista di denunce, “sette, tra stalking e maltrattamenti, nonostante gli assistenti sociali, ascoltati i miei figli, avessero sempre detto che la verità era un’altra. Il Pubblico ministero aveva disposto che venisse sospesa la potestà genitoriale anche alla mamma, ma il tribunale ha deciso che ero io l’unica persona da allontanare”. Giovanni si ammala, “una malattia autoimmune con la quale lotto da ormai nove anni”. Il desiderio è solo uno: vedere i suoi tre figli: “Ho lasciato bigliettini affettuosi di saluti ai loro compagni di classe e di palestra, con il risultato di ricevere denunce per stalking. Ma quale stalking, è solo l’amore di un papà. In tutta questa storia la mia ex ha sempre cercato di affossarmi, di denigrarmi e di portare i bambini dalla sua parte”. Il 56enne presto tornerà davanti al giudice, il motivo è sempre lo stesso: stalking. “Non ho più voglia di lottare contro i mulini al vento. Io so di avere la coscienza pulita, è la madre ad aver manipolato i bambini. L’unico desiderio”, dice singhiozzando, “è che loro siano felici e che, un domani, quando saranno grandi, scelgano di riavvicinarsi al loro papà, comprendendo che non sono un mostro, ma solo un essere umano come tutti che ha il bisogno naturale di trascorrere del tempo con loro, che sono la mia principale ragione di vita”.